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Virzì chiede il codice rosso ma la battaglia è solo all’inizio: dopo la miccia che ha acceso la lite, le denunce reciproche, ora spetta ai magistrati della Procura di Roma stabilire le posizioni tra il regista livornese e l’attrice ed ex moglie, Micaela Ramazzotti. I carabinieri hanno infatti trasmesso la prima informativa, con tanto di video, sulla violenta discussione scoppiata lunedì sera in un ristorante di piazza Albania tra la ex coppia d’oro del cinema italiano in fase di separazione dallo scorso anno. Al momento il fascicolo è senza ipotesi di reato e senza indagati.
Dunque restano accese le luci sui due artisti che per oltre 40 minuti lungo viale Aventino hanno discusso tra insulti e spintoni coinvolgendo pure il nuovo compagno dell’artista, Claudio Pallitto e la figlia maggiore del regista. Una notte ad altissima tensione tanto che è stato necessario l’intervento dei carabinieri della vicina stazione e di un’ambulanza. Quindi sono partite le denunce reciproche: prima quella dell’attrice, accompagnata dal personal trainer. Poi il regista insieme alla figlia che ha dato un’altra stoccata.
Ai militari ha presentato l’esigenza di tutelarsi dagli attacchi dell’ex moglie e del suo fidanzato Pallitto attivando la procedura del “codice rosso”, prevista per la tutela delle fasce deboli e nei casi di violenza domestica. Una misura su cui dovranno decidere i magistrati della Procura. Si tratta, in sostanza della richiesta di divieto di avvicinamento per la sua ex moglie e il suo fidanzato. Ovviamente la parte lesa può solo avanzare una richiesta e saranno comunque i magistrati a stabilire la procedura da attivare.
LA PROCEDURA
«Si tratta di una procedura d’urgenza», sottolinea l’avvocata Ilenia Guerrieri, vice presidente dell’associazione “Donne al centro” e referente commissione reati in ambito familiare della camera penale di Roma: «Si attiva non appena la persona sporge denuncia, in questo caso il regista Virzì, per uno dei reati che rientrano nel codice rosso. Cioè: stalking, maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale, revenge porn e sfregio tramite l’acido. Reati che consentono la richiesta dell’applicazione della misura dell’allontamento oppure, come per il regista, la richiesta di applicazione del divieto di avvicinamento alla persona offesa e del divieto contatto». Il pm, ricevuta la richiesta, inoltrerà al giudice delle indagini preliminari che dovrà decidere entro cinque giorni: «Ovviamente - conclude l’avvocata- il codice rosso si applica indistintamente dal genere. L’obiettivo è quello di tutelare le vittime dei reati del codice rosso dando una precedenza».
LA RICOSTRUZIONE
Lunedì sera intorno alle 22 si è accesa la miccia. «Si sono avvicinati a noi e la figlia ha rivolto qualche battuta nei miei confronti. Ho chiesto a mio figlio di avvicinarsi a me, ma la sorella e il padre glielo impedivano», ha riferito ai militari l’attrice che quella sera era a cena negli spazi esterni del locale con il fidanzato e la figlia di 11 anni. Quando appunto, per caso, è passato il regista insieme alla figlia maggiore (avuta da una precedente unione) e al figlio 14enne della ex coppia. Una provocazione dunque, secondo la versione dell’attrice, avrebbe innescato lo scontro verbale e poi quello fisico.