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Il caso Clostebol con al centro Jannik Sinner fa sempre discutere. Ad aprile è attesa la sentenza del Tas di Losanna, che dirà se Sinner dovrà rimanere fermo un anno o due come richiesto dalla Wada, il 23enne pusterese spera di scamparla indenne come accaduto al momento dell’esito della sentenza dell’Itia. Intanto, la prossima settimana, tornerà in campo al torneo Atp 500 di Doha , in Qatar, dove se la vedrà contro rivali come Alcaraz, Djokovic, Medvedev e de Minaur. Ad aprile sarà presente a Montecarlo, sulla terra rossa, ma non potrà farlo a Monaco di Baviera perché in quei giorni di torneo arriverà la sentenza della Wada.
Per Dario Puppo, riguardo alla vicenda, “nel momento in cui si stabilisce universalmente da chi si occupa di medicina e farmacologia che quel quantitativo riscontrato nella positività di Sinner è assolutamente ininfluente sul tentativo di migliorare le prestazioni, tanto da considerare che nel 2027 certi quantitativi non vengano più considerati, cosa interessa a me che Sinner deve essere responsabile che il suo medico abbia usato quel medicinale? — si chiede nell’ultima puntata di TennisMania — Quanti sportivi sono finiti in quella situazione con il Clostebol, ma diversi casi sono stati di contaminazione? Questi discorsi non possono passare in secondo piano. Avete visto Sinner come ha reagito a questa situazione? Come ha reagito ai suoi peggiori guai e ne ha trovato le situazioni?”.
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Per Swiatek il patteggiamento “magari era un modo per non pensarci più — ha aggiunto — Sinner ha vinto tre volte, in tre situazioni diverse. Ha trovato il bandolo della matassa se gli hanno dato retta, il problema si è posto quando WADA ha deciso di fare ricorso. Se sai che non hai commesso niente di grave… Solo uno tre volte Armstrong potrebbe gestire una situazione in cui è colpevole andando avanti a giocare”. E ancora: “Questo è un caso che non si è mai visto così e porterà a dire che c’è un prima e un dopo la positività di Sinner, perché mette a nudo certi angoli della normativa poco chiari, che danno margine di movimento — ha aggiunto — Djokovic quando aveva fatto la prima dichiarazione aveva dimostrato di non avere le nozioni, io al suo posto avrei battuto le mani sul petto e, se avesse avuto le informazioni corrette, avrebbe dovuto dire ci penso io. Infatti la PTPA ora ha detto che si occupa di questi casi per chi non ha soldi e dunque dimostra che era una cazzata dire che Sinner poteva dire che ha evitato certe cose perché aveva soldi. Nell’economia della storia dello sport è più importante come finirà il caso Sinner o come si dovrebbe cercare di analizzare la situazione attuale dell’antidoping per capire come farla evolverla e come dare più tutela a tutti. A me torna in mente il 1500 di Londra, con almeno sei atlete squalificate per doping in una gara olimpica”.
Per poi aggiungere: “I casi tra i più clamorosi avevano dietro come minimo un laboratorio, se pensate a Marion Jones e alla situazione degli americani. Questo per dire che la cosa più incredibile a cui si può assistere è accostare la situazione Sinner, che non è doping, con Armstrong o cose minori, che non esiste. Bisogna mettere fine al mischiare pere e mele: sono dolo e tentativo di frode, inquinare un periodo di sport con una cosa che non c’entra nulla. Aspettiamo la sentenza per capire se ci sono degli elementi che non ci sono stati detti”.
Poi Puppo ha concluso: “Ferrara ha comprato quel farmaco, che si può comprare in farmacia, per se stesso. Non c’entra con il discorso di gestire situazioni che coinvolgono Sinner. Con Sinner, per problemi a piedi e schiena, avendo una dermatite o qualcosa del genere, la contaminazione ha avuto ancora più effetto. Ferrara e Naldi hanno sbagliato ma restano dei grandi professionisti, non è doping: Ferrara non ha contribuito a un caso doping. Roddick ha detto che se qualcuno ha pensato di aiutare Sinner in quel modo è un pirla”.