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Lui è un ufficio stampa del cinema, lei è un’attrice e doppiatrice cinematografica. Amici da sempre, hanno vissuto esperienze di vita che li hanno fatti diventare due personaggi straordinari. Devo ammettere che sono fiera di essere amica di tutti e due, perché mi hanno insegnato, con il loro esempio, quanto sia importante vivere superando il buio prima di arrivare a vedere le stelle. Il titolo del libro (presentato a Cortinametraggio), scritto a quattro mani, è un bel regalo della vita, qualcosa che resterà per sempre nei nostri cuori. Si intitola “Siamo stelle che brillano” (La Corte Editore), ed è una storia capace di insegnare quanto sia importante confrontarsi con la vita, anche quando appare molto difficile. Ne parliamo con Alessio e Vittoria.
Alessio, com'è nata l'idea di scrivere questo libro?
“Con Vittoria ci abbiamo pensato molto, fino a quando abbiamo deciso di cominciare a scriverlo insieme, ci sembrava quasi un atto dovuto, come il coraggio di sognare. Ora lo consideriamo un romanzo di formazione, ma che ha dei passaggi di fantasia”.
La storia inizia sull'isola di Ischia dove vive un bambino di 10 anni, sempre solo. Perché?
“La prima parte fa riferimento a ciò che è stato di Cristiano, detto Crilù, un bambino che non viene capito dalla scuola e dai compagni. Siamo nel 1983 e lui vive una sorta di bullismo che lo rende triste, ma non rassegnato. Quando torna a casa sogna guardando la tv, e i personaggi come Heather Parisi. Questo mondo di fantasia gli da la forza di leggere la realtà in modo diverso”.
È stato difficile raccontare questi momenti?
“No, i sentimenti che ha vissuto sono stati scritti con quella comprensione che a Crilù è mancata. Non viene capito neanche dai genitori che non vogliono vedere la natura del figlio. Ma un genitore quando non trova una risposta, deve cercarla. Il messaggio è anche questo. Nella vita tutti ci siamo sentiti un po' inadeguati”.
Tra le righe si legge anche il dolore di Crilù. Come lo supera?
“Con la forza di credere in sé stessi e di andare avanti, Il merito è anche a Zia Delia., una giovane donna che vive ad Ischia. Vuole bene al bimbo e riesce a leggergli dentro. Sarà lei a cambiare la sua vita, perché gli insegna a cercare il suo vero io”.
Ne parliamo anche con Vittoria Schisano, presente all'intervista. È una gioia guardarla, mentre con grande serenità si racconta…Vittoria, cosa significa, attraversare il buio per arrivare a vedere le stelle?
“E' un passaggio difficile. Cristiano il protagonista della storia a dieci anni si nasconde sotto le coperte, perché non trova la comprensione di nessuno. Ecco, zia Delia, come spiegava Alessio, è l'unica che lo aiuta a capire la sua unicità e ad accoglierla”.
Oggi è una giovane donna molto bella: è felice?
“Lo sono! Sono la donna che volevo essere e mi sento realizzata”.
Come considera il successo?
“Penso che non sia mai un traguardo, ma ciò che vivi con la consapevolezza di te. La vita vera non ha la maschera”.
Il libro scritto insieme a Piccirillo lo trovo molto interessante. La storia è intensa, sorprendente.
“Ci abbiamo pensato molto prima di scriverla, ora siamo soddisfatti del nostro lavoro che potrebbe diventare anche il soggetto di un film”.
A proposito di film, come attrice è molto richiesta: quali sono le novità in arrivo?
“Uscirò con una serie su Netflix dal titolo “La vita che volevi”, sei puntate che andranno in 190 paesi. Sono la protagonista e mi chiamo Gloria. Non è stato facile arrivare fino qui, ma ho sempre creduto nella vita. La sensibilità e la realtà sono la mia storia reale di un vissuto forte, che non dimentico, ma che, in tutti questi anni mi ha aiutato ad amare, a credere che tutto sia possibile. In fondo…siamo stelle che brillano”.