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Alex Marangon trovato morto, nel Piave senza cellulare, scarpe e maglietta. Dalla festa lasciata alle chiavi sull'auto: tutti i punti da chiarire

6 mesi fa 2
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Sono finite ieri alle 14.30 le speranze e, insieme, la ricerca di Alex Marangon, il 25enne di Marcon, nel veneziano, sparito nella notte tra sabato e domenica dopo aver partecipato a una festa privata all’abbazia Santa Bona di Vidor, in provincia di Treviso.

Alex Marangon morto nel Piave: cosa è successo alla festa di sabato sera al momento della scomparsa?

Il suo corpo è stato avvistato dall’elicottero “Drago 149” dei Vigili del fuoco su un isolotto del fiume Piave, poco distante dalle Poste di Ciano, frazione di Crocetta del Montello. Il ritrovamento circa 4 chilometri a valle dal punto zero di ricerca, partita già domenica mattina, dopo il primo allarme, proprio attorno alla zona dove si era svolta la festa new age, alla quale Alex aveva partecipato con alcuni amici. L’elicottero aveva già sorvolato quella particolare zona del Piave senza individuare la salma del giovane che era rimasta intrappolata sott’acqua dalle ramaglie presenti nel fiume. La pioggia del giorno precedente ha aiutato a far riaffiorare il corpo, tanto da essere visibile dagli scanner particolari in uso negli elicotteri dei vigili del fuoco per questo tipo di ricerca.

Saltato il tavolo in Prefettura

Ieri pomeriggio era stato convocato un tavolo in Prefettura proprio per coordinare le ricerche tra vigili del fuoco, carabinieri, amministrazione comunale, volontari della protezione civile e tutti gli attori che in questi tre giorni hanno contribuito a battere il Piave, palmo a palmo. Non soltanto in acqua ma anche lungo le sponde grazie alla collaborazione del soccorso alpino.

La riunione è stata sospesa una mezz’ora prima con la notizia del ritrovamento del giovane, senza vita, riconosciuto fin da subito, con certezza, grazie ai tatuaggi molto particolari che si era fatto fare su spalla e braccio destro e sul polpaccio. La salma è stata recuperata dal personale di bordo dell’elicottero, con la collaborazione dei vigili del fuoco fluviali ed è stata messa a disposizione del medico legale che ha già svolto una prima, sommaria, ispezione cadaverica su indicazione del pubblico ministero della Procura della Repubblica.

Le indagini

La salma si trova all’obitorio di Montebelluna dove i genitori, straziati, hanno voluto rendere l’ultimo saluto a quel loro figliolo che la mamma Sabrina ha sempre dipinto come «pieno di vita e con mille progetti e sogni in testa». Molto probabilmente la procura disporrà l’autopsia, insieme ad una serie di accertamenti tecnici e tossicologici, per capire cosa possa essere successo. Sul caso i carabinieri stanno indagando. Saranno loro a cercare di mettere insieme i pezzi di una notte che cambia improvvisamente direzione quando il giovane alle 2.30 decide di allontanarsi dalla festa, lasciando cellulare e scarpe nella camera che aveva riservato all’Abbazia. Lascia anche l’auto aperta con le chiavi all’interno.

E arriva fino alla riva del Piave, che dista un centinaio di metri dal luogo della festa. Cosa lo spinge in acqua? Senza scarpe e senza maglietta, ma con indosso pantaloni e canottiera. Così è stato ritrovato Alex. Le forze dell’ordine non escludono alcuna pista, anche se per ora la più probabile è quella del gesto volontario oppure dell’incidente. Sul corpo sono state trovate abrasioni, tagli ed escoriazioni che potrebbero essere più compatibili con il trascinamento in acqua ad opera di una forte corrente piuttosto che per mano volontaria di una terza persona. Anche le analisi sul cellulare non sembrano aver svelato granché, a riprova del fatto - come continua a sostenere la madre - che «Alex è un bravo ragazzo e la sua morte ci lascia nella disperazione più assoluta».

Lo strazio dei genitori

La febbrile attesa di Marcon, dove Alex viveva con i genitori quando tornava dal lavoro come stagionale, termina nel pomeriggio di ieri, quando si sparge la notizia del ritrovamento. Lo sconcerto e il dolore si diffonde tra i vicini di casa: «Non so cosa pensare, per me era come un nipote», piange la signora Gabriella, che l’ha visto nascere e crescere in quel condominio. Matteo, l’amico d’infanzia e compagno di atletica, è tormentato dagli interrogativi: «Non mi spiego cosa sia andato a fare quella sera e con chi fosse.

Spero che non gli abbiano fatto del male ma mi sembra strano che nessuno di quelli che era con lui si sia ancora fatto avanti per spiegare cos’è successo. Non credo al gesto volontario, Alex era una persona pacifica e positiva, appassionato di meditazione. Per me era una guida. Il nostro era un legame difficile da costruire tra due uomini, parlavamo molto delle nostre emozioni e anche per questo gli avevo regalato un taccuino dove annotare i suoi pensieri». Il giorno dei funerali sarà lutto cittadino a Marcon: «Resteremo vicini alla famiglia - promette il sindaco Matteo Romanello -. Ora è importante che abbiano una risposta. Alex era il figlio di tutti». 

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