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Arriva l’ennesimo scivolone di Bergoglio: ora nel mirino ci sono le “suore con la faccia d’aceto”

19 ore fa 2
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Bergoglio torna a colpire nel suo usuale stile e dice – così leggiamo sui principali quotidiani nazionali, principali e soprattutto più venduti – che, queste le parole di Bergoglio, sono brutte le suore con la faccia d’aceto. Sic, avete capito rettamente: sono brutte le suore con la faccia d’aceto. In passato, come certamente non vi sarà sfuggito, Bergoglio aveva anche detto alle religiose di non essere zitellone, questa l’espressione da lui impiegata.

Con tutta evidenza si tratta di un linguaggio, sotto ogni profilo, inappropriato per un papa. D’altro canto, Bergoglio papa non è, per le ragioni che abbiamo diffuso e chiarito nel nostro studio ‘La fine del cristianesimo’. Ratzinger, infatti, non rinunziò mai al Munus Petrinum e, dopo il 2013, rimase Papa in sede impedita, conservando il Munus senza esercitare il Ministerium.

Sicché l’elezione di Bergoglio fu, di fatto, un atto nullo. Oltre a non essere papa, Bergoglio si fa latore di posizioni palesemente estranee al cristianesimo e, assai spesso, palesemente in contrasto rispetto al suo spirito e alla sua lettera. Sostenendo che sono brutte le suore con la faccia d’aceto, Bergoglio non soltanto impiega un lessico del tutto incongruo rispetto al ruolo che idealmente ricopre – un lessico, diciamolo pure, da influencer dell’internet – ma utilizza categorie estetiche.

Che senso ha, in effetti, valutare le suore per l’estetica? Non le si dovrebbe valutare per la direzione all’eterno e per la dedizione alla trascendenza? Secondo quanto abbiamo più volte sottolineato, Ratzinger resistette eroicamente all’evaporazione del cristianesimo propiziata dalla civiltà della tecnica, rimise al centro la tradizione teologica e filosofica.

Bergoglio, per parte sua, favorisce egli stesso detta evaporazione, proponendo una religione del nulla, scevra di trascendenza e tutta piegata al mundus e all’ordine liberal-progressista. Oltremodo, egli non parla mai del sacro e dell’eterno, occupandosi soltanto di migrazione e di green economy, di populismo e, ultimamente, anche di estetica delle suore. Il suo è di fatto un raddoppiamento del discorso unico della civiltà dei consumi: il politicamente corretto che si fa anche teologicamente corretto.

E in tal guisa il cristianesimo evapora senza lasciare alcuna traccia di sé.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro

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