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Su La Stampa, rotocalco sabaudo par excellence, esce nei giorni scorsi un articolo realmente surreale. Un articolo che merita di essere pur celermente commentato, dacché in esso si cristallizza il livello della propaganda attualmente dominante in Occidente o, come meglio sarebbe dire, in Uccidente. Così titola il rotocalco sabaudo: “In piazza a Damasco: <<Nessuno può essere peggiore di Assad>>“.
L’articolo de La Stampa parla espressamente di balli e di gioia e allude al fatto che i siriani festeggiano con grande gaudio la vittoria sul regime di Assad. Come se fosse finito un regime e fosse principiata la magnifica era della libertà. La libertà con i terroristi al potere, che hanno messo a ferro e fuoco la Siria e sono pronti a scatenare un vero e proprio inferno in quelle aree. Naturalmente, da parte del rotocalco sabaudo, non vi è una parola di condanna per il colpo di Stato terroristico attuato dall’ISIS. Anzi, l’articolo lascia, anche se obliquamente, intravvedere che la fine di Assad rappresenta una conquista preziosa, una conquista che dischiude la possibilità reale di un futuro radioso per il popolo siriano. Un futuro radioso sotto il dominio americano, poiché, ne siamo convinti, presto anche l’ISIS verrà spazzato via dall’Occidente, che potrà finalmente insediarsi nella regione siriana, come peraltro da tempo sogna di fare.
La libertà così come la intende e la pratica l’Uccidente coincide de facto con l’americanizzazione forzata, mediante missili democratici e bombe umanitarie. L’americanizzazione forzata di tutte quelle aree che ancora resistano all’imperialismo a stelle e strisce della civiltà del dollaro. Forse non tutti se ne sono ancora resi conto. L’Uccidente è giunto al paradosso per cui perfino i terroristi dell’ISIS vanno bene e debbono essere encomiati, a patto che agiscano, ça va sans dire, nell’interesse di Washington, come effettivamente molto spesso fanno.
Devono agire nell’interesse di Washington e soprattutto contro l’asse disallineato e rappresentato soprattutto dalla Russia e dalla Cina. Asse rispetto al quale, lo ricordiamo, la Siria di Assad svolgeva una parte di non secondaria importanza, figurando non solo come un alleato prezioso di Mosca e di Pechino, ma anche come uno Stato resistente rispetto all’americanizzazione imperialistica del pianeta.
Possiamo ben dire allora che in questi ultimi mesi si sono aperte, e anzi spalancate, nuove finestre di Overton.
Dalla Romania abbiamo appreso che le elezioni possono essere tranquillamente annullate a piacimento, se a vincere sono forze sgradite a Washington e a Bruxelles.
Dall’Ucraina abbiamo appreso che esistono anche nazisti buoni umanitari, come quelli del battaglione Azov, che vengono puntualmente impiegati pro-Occidente e contro la Russia di Putin.
E adesso dalla Siria apprendiamo la lezione secondo cui esistono terroristi democratici, filantropici e arcobaleno, quando agiscono nell’interesse di Washington e della sua libido dominandi.
Sull’impero della propaganda il sole davvero non tramonta mai, ed è questa la vera lezione che traiamo da tutte queste vicende, certo diverse tra loro, ma che come trait d’union hanno il fatto che l’Uccidente, proprio come nel romanzo di Orwell, riscrive la storia secondo i propri interessi, e di fatto trasforma la storia stessa, parafrasando Orwell, in un palinsesto che può essere sempre daccapo riscritto nel nome degli interessi dei gruppi dominanti.
RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro