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«Ho ancora il tuo video, se non vieni nel mio albergo tutti lo riceveranno. La decisione è tua, obbedisci o ti finisco con un click». Queste sono solo alcune delle minacce che M.V., un avvocato di 55 anni, avrebbe rivolto a Viola (nome di fantasia), la sua ex amante 35enne che lo ha portato davanti ai giudici della prima sezione penale del tribunale di Roma con l’accusa di violenza sessuale, stalking e revenge porn.
LA VICENDA
Stando a quanto ricostruito dal pm Antonio Verdi, sembra che i due avessero avuto una relazione extraconiugale nata sul luogo di lavoro tra maggio e luglio del 2022, quando la vittima avrebbe deciso di interromperla dopo aver scoperto che l’uomo l’aveva filmata con il telefonino (senza il suo consenso) mentre stavano consumando un rapporto sessuale in un appartamento di Milano, probabilmente durante una trasferta lavorativa. E, davanti alla richiesta della donna di eliminare il video hard, l’imputato non solo si sarebbe rifiutato di farlo, ma avrebbe letteralmente trasformato la sua vita in un incubo. Dalle manifestazioni di gelosia cieca nei confronti del marito, ai tentativi di allontanarla da tutti: «Verrai da me strisciando perché butterò in aria tutti quelli che stanno intorno a te. Rimarrai sola, ma io ti perdonerò e ti amerò nonostante tu non sia stata fedele». Nel capo di imputazione vengono riportate anche le minacce di morte che le rivolgeva: «Ti uccido perché tu senza di me non devi nemmeno respirare», millantando conoscenze nella criminalità organizzata: «I miei clienti sono camorristi», «mi basta una telefonata per toglierti di mezzo».
Ma tutto ciò non era abbastanza: davanti all’irremovibilità di Viola sul voler chiudere la liaison, lui l’avrebbe prima invitata in una camera d’albergo della Capitale - con la scusa di voler eliminare il video dal suo smartphone - per poi tentare di avere un rapporto sessuale con lei, «abbracciandola con forza e infilandole le mani sotto alla gonna» (come si legge nelle carte), dal quale fortunatamente la 35enne sarebbe riuscita a divincolarsi. E infine, per ripicca l’avvocato avrebbe mostrato al datore di lavoro e ai colleghi della donna quelle immagini che li ritraevano in un momento di intimità, causando il suo licenziamento in tronco.
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