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“Spedire” il bagaglio nella stiva, ormai, sta diventando più conveniente che riporlo nella cappelliera. La scelta del posto, soprattutto se si preferisce il corridoio o il finestrino, rischia di costare sulle tratte brevi quasi quanto il biglietto stesso. Per non parlare del panino, della bibita, dell’imbarco prioritario o del fast track: perché nei viaggi aerei i piccoli comfort, gli stessi che nei decenni scorsi erano gratuiti, hanno prezzi sempre più salati. Vale, si sa, sulle lowcost, e vale anche per le compagnie tradizionali. Che su questo fronte incasseranno a fine anno quasi 150 miliardi di euro. Per le cronaca le grandi compagnie sembrano voler mettere un freno a questo trend che sta diventando un boomerang. Anche perché i passeggeri si stanno muovendo con più circospezione: soltanto il 55 per cento sceglie offerte aggiuntive.
IN BILANCIO
In proporzione, nel 2024, le compagnie aree finiranno per guadagnare di più grazie all’erogazione dei cosiddetti servizi ancillari - il pranzo, il bagaglio fino alle assicurazioni e al noleggio auto - che con il servizio di trasporto tour court. L’ha calcolato CarTrawler, uno dei principali fornitori di soluzioni di autonoleggio, registrando che il settore segnerà in bilancio ricavi a livello globale pari a 148,4 miliardi grazie agli extra costi. Lo scorso anno questa voce ammontava a 117,9 miliardi, nel 2019 - ultimo anno preCovid quando non esistevano restrizioni ai viaggi - a 109,5 miliardi. Di conseguenza, in un anno c’è stato un rincaro di oltre il 20 per cento per i servizi accessori. In questa direzione finisce per avere un maggiore peso la decisione dell’Antitrust italiana, che ha imposto a Ryanair di rimborsare tutti i suoi passeggeri che hanno protestato per gli extracosti sostenuti per il check-in. A maggio un’analoga decisione era stata presa dall’autorità alla concorrenza spagnola, che aveva multato per 150 milioni quattro compagnie lowcost per la scarsa trasperenza sulle tariffe per i servizi ancillari.
IL FENOMENO
Per capire la portata di quanto sta accadendo, bisogna ricordare che secondo Iata - l’organizzazione mondiale che racchiude le principali compagnie - il settore quest’anno genererà ricavi per 996 miliardi di dollari, con un tasso di crescita del 9,7 per cento rispetto al 2023. E tanto basta per capire dove si stanno concentrando i margini per i vettori. Soprattutto in una fase storica dove queste aziende hanno dovuto abbassare i prezzi nominali dei biglietti aerei, perché si sta affievolendo la smania di volare, e di andare in vacanza, scoppiata dopo il Covid. E senza dimenticare che si muovono in uno scenario molto complesso: dove non si può sfruttare appieno la stabilità dei prezzi del greggio (i carburanti più verdi come il Saf oscillano verso l’alto), mentre i ritardi nelle consegne dei nuovi aeromobili rende più complesso aprire rotte più remunerative.
Soffermandosi soltanto su un volo di corto o medio raggio, scegliere il posto in aereo, senza volersi affidare alla lotteria dell’algoritmo, può costare in classe economica tra i 5 e i 30 euro, ma può salire fino a 100 euro per i servizi premium. Per una coca e un panino a bordo si spendono in media tra i 12 e i 15 euro. Si può sborsare anche il doppio o il triplo per un accesso prioritario e saltare la fila al gate, mentre negli ultimi tempi sta salendo il prezzo per aggiungere allo zainetto anche il trolley nelle cappelliere. Nei mesi scorsi l’associazione Altroconsumo, spulciando tra le tariffe di un campione di cinque compagnie lowcost, ha calcolato che le tariffe per i servizi accessori arrivavano anche incidere oltre il 300 per cento sul costo complessivo di un viaggio di andata e ritorno di medio raggio. Jay Sorensen, manager che da anni studia il fenomeno delle tariffe ancillari, ha spiegato che ogni passeggero paga in media fino a 25 euro per queste voci. E si sale oltre 40 se assieme al biglietto si sottoscrive una polizza o si noleggia un’auto attraverso le compagnie.
L’INVERSIONE
CarTrawler ha stimato che in bilancio le “ancillary revenues” possono valere anche la metà dei guadagni per una lowcost. Mentre le compagnie tradizionali - consce della crescita di queste spesa - stanno provando a contenere questi costi. In questa direzione è interessante la proposta del vettore americano Frontier: ha annunciato che non venderà più i servizi ancillari singolarmente, ma li accorperà in pacchetti ad hoc. Che costeranno meno alla clientela.