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Tradita pubblicamente e a processo nel giro di ventiquattr’ore. Giorno nero per Chiara Ferragni, che subito dopo il rinvio a giudizio per truffa aggravata per i casi del pandoro e delle uova griffate, rompe il silenzio sul rapporto con Fedez, raccontando di come quel matrimonio sia stato una farsa e di come lei sia stata «presa in giro».
LE CHAT
Lo sfogo contro l’ex marito viene affidato a una serie di storie su Instagram e arriva dopo che Fabrizio Corona ha divulgato presunti audio e chat tra il rapper e un’altra donna, la stilista Angelica Montini. «Ho scelto il silenzio in questi mesi per cercare di tutelare me e la mia famiglia», sottolinea l’imprenditrice digitale. E prosegue: «Non ho detto nulla neanche quando sono stata mollata da un giorno all’altro nel mio primo periodo di difficoltà. Ho sentito dire tante volte che l’avevo cacciato di casa, l’ho cacciato dopo aver scoperto un tradimento proprio in quei giorni, solo uno dei tanti evidentemente... lui non ha esitato prendendo la palla al balzo per non essere trascinato nel mio danno d’immagine». E ancora: «Qualche giorno prima di Natale 2024, Federico mi ha chiamata e ha ammesso la storia con questa amante che proseguiva dal 2017, dicendomi anche che aveva pensato di non sposarmi pochi giorni prima del matrimonio, ma non sapeva come tirarsi indietro pubblicamente». Ci sono «dettagli come la sua chiamata all’amante appena prima di salire all’altare dicendole che sarebbe bastato un cenno da parte sua per mollare tutto, o suoi messaggi a lei prima di essere operato, mentre in quel letto c’ero io a stringergli la mano». E poi c’è il problema giudiziario. Comincia a marzo 2021: «Per me è molto importante fare del bene. Manca poco a Pasqua, sono gli ultimi giorni per comprare le mie uova che supportano i “Bambini delle fate”». Poi si passa a novembre 2022: «Il mio pandoro sostiene l’ospedale Regina Margherita di Torino per un Natale più dolce per tutti». Sembrava beneficenza, ma per la Procura di Milano è truffa aggravata. Dopo una riflessione e un confronto con i difensori, Chiara Ferragni è stata rinviata a giudizio con decreto di citazione diretta per le operazioni commerciali legate al pandoro Pink Christmas e alle uova di cioccolato. Coimputati dell’imprenditrice digitale sono il suo ex collaboratore Fabio Damato, Alessandra Balocco, ad dell’azienda dolciaria di Fossano, e Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID. «Credevo che non fosse necessario celebrare un processo per dimostrare di non aver mai truffato nessuno. Convivere per ancora chissà quanto con questa accusa, che ritengo del tutto ingiusta, pesa su di me e, di riflesso, sulla mia famiglia e sulle persone con cui lavoro. Sono pronta a lottare con ancora maggiore determinazione per far emergere la mia assoluta innocenza», ha commentato Ferragni. L’udienza si svolgerà il prossimo 23 settembre, toccherà al giudice in sede predibattimentale valutare se sarà necessario aprire il procedimento o decidere il proscioglimento senza processo. Per il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e il pm Cristian Barilli, in ogni caso, l’inchiesta non può essere archiviata.
INGIUSTO PROFITTO
Con il pandoro rosa e le uova firmate Ferragni, scrivono nelle imputazioni del decreto, i consumatori sarebbero stati «danneggiati» e l’influencer, tra il 2021 e il gennaio 2023, avrebbe ottenuto un «ingiusto profitto» per oltre 2 milioni e 200mila euro, a cui si è aggiunto il beneficio di un «ritorno di immagine legato alla prospettata iniziativa benefica». Il lancio del Pink Christmas in edizione limitata avrebbe «indotto in errore un numero imprecisato di acquirenti» con campagne via social e una dicitura sulla scatola del dolce: il ricavato avrebbe finanziato «un percorso di ricerca» sull’osteosarcoma e sarcoma di Ewing dedicato ai bambini curati all’ospedale Regina Margherita. Ma già sei mesi prima la Balocco aveva effettuato un versamento di 50mila euro, dunque secondo i pm «non c’è correlazione tra l’acquisto del prodotto e il contributo alla raccolta fondi». Tramite la «propalazione di informazioni fuorvianti», i consumatori sarebbero stati così indotti a comprare il pandoro in veste speciale al prezzo di 9,37 euro contro i 3,68 della versione tradizionale. Per riparare a quello che ha definito «un errore di comunicazione», Chiara Ferragni ha versato un milione al Regina Margherita, 1,2 milioni di euro a “I Bambini delle fate”, ha donato 2000mila euro a un ente in difesa delle donne vittime di violenza e provveduto a un indennizzo di 150 euro a 300 acquirenti del pandoro rosa che hanno aderito alla class action. Iniziative che non sono bastate per ottenere l’archiviazione.