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Chiara Petrolini, tutte le bugie ai genitori. «Ma quell'emorragia, sei incinta?». E davanti ai carabinieri ammette: «Temevo i giudizi degli altri»

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Non sapevano, hanno rivolto domande alla figlia su quelle macchie di sangue, sul ciclo mestruale abbondante, che in realtà era un'emorragia, ma poi si sono semplicemente fidati delle sue risposte. E così i genitori di Chiara Petrolini, iscritti nel registro degli indagati, potrebbero essere scagionati e la loro posizione potrebbe essere stralciata. Secondo i pm non erano al corrente degli omicidi dei neonati architettati dalla figlia. 

Chiara Petrolini, le bugie a mamma e papà: «Ma sei incinta?» e lei: «No». Al padre che butta i tappeti intrisi di sangue: «È il ciclo». Scagionati i genitori

Chiara Petrolini si trova agli arresti domiciliari con l'accusa di omicidio volontario premeditato e aggravato dalla parentela, per quanto riguarda il bimbo rinvenuto lo scorso 9 agosto, e di soppressione di cadavere per il neonato dato alla luce a maggio del 2023.

Giovedì affronterà l'interrogatorio con il gip e dovrà ripercorrere tutto quello che è successo da quando un cane ha scoperto il primo corpicino avvolto in un lenzuolo e infilato in una buca. 

Le intercettazioni ambientali dimostrano che in famiglia si era parlato delle perdite ematiche sospette della ragazza. Ma le sue bugie sono andate in porto. In particolare in una conversazione si sente la mamma di Chiara farle la domanda scontata di fronte alle perdite di sangue, ripetute, a distanza di un anno. «Chiara, ma quell'emorragia?». 

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In pratica, dopo il ritrovamento del primo neonato morto, che sarebbe il secondo partorito, la famigliola è stata messa sotto controllo e dalle intercettazioni disposte dai magistrati si sente la donna chiedere alla figlia se «anche l'altra volta, con quella forte emorragia», fosse incinta. La mamma ha semplicemente collegato e messo insieme i pezzi. Ma a domanda diretta la ragazza ha negato la gravidanza alla madre. Poi però agli investigatori confiderà di aver portato effettivamente in grembo un bimbo e dirà di aver già partorito una prima volta, da sola in casa, il 12 maggio 2023 mentre i genitori si trovavano al saggio di pianoforte del fratello. Ma soprattutto - e qui si apre una breccia nel complesso profilo psicologico di questa ragazza - ammetterà ai pm un moto di «vergogna», dirà che per lei quello status era sintomo di grande imbarazzo: «Temevo il giudizio degli altri». Per Chiara quel giudizio esterno, dunque, si è rivelato più forte, invincibile, rispetto al quadro agghiacciante che lentamente è trapelato. Come se l'educatrice solare e affidabile del centro estivo parrocchiale, non una ma due volte, non potesse permettersi di dire al mondo: «Sono incinta e non lo voglio». In un territorio pervaso dallo spirito dell'associazionismo, della solidarietà e del mutuo aiuto, dove almeno quattordici anni fa è stata inaugurata vicino all'ospedale Maggiore una culla termica per chi intende comunque partorire e può così abbandonare in totale anonimato un neonato in un posto al caldo dove potrà sopravvivere ed essere seguito dai servizi sociosanitari. Quando fu inaugurata si parlò dell'importanza di dare una possibilità alle donne prive di mezzi. Oggi, quattordici anni dopo, il colonnello Andrea Pagliaro che ha condotto le indagini sente di dover fare un appello pubblico per ricordare che c'è il modo sicuro e legale di non portare avanti una gravidanza o una maternità.

La procura, quindi, ritiene la mamma di Chiara ignara di quanto successo nella villetta di Vignale di Traversetolo. Ecco perché la posizione della donna potrebbe essere presto stralciata e la sua fiducia mal riposta non contribuirà a renderla complice degli omicidi dei nipotini. 

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In completa solitudine, secondo quanto emerso finora, la ragazza ha cercato di seguire pedissequamente le istruzioni cercate su Google. Con tutorial e video, ha eseguito gli aborti come fosse una ricetta spiegata passo per passo. Aborti che sono omicidi perché effettuati da sola, senza alcun tipo di supporto sanitario e quindi anche altamente rischiosi. Eppure Chiara era convinta di poter far da se, e lo dimostrano le sterminate ricerche su Google. «Come far crescere poco la pancia; come far sgonfiare la pancia; schiacciare la pancia; partorire a 34 settimane; posizioni per indurre il travaglio; rottura delle acque a 37 settimane; come acquistare erbe e misoprostolo; rottura acqua quanto dura; rottura acqua il travaglio non parte; quando arrivano i dolori; indurre parto spontaneo; pillola del giorno dopo in gravidanza è possibile; quali sono le infezioni che si prendono dopo un aborto in casa - e ancora - dopo quanto tempo un cadavere puzza; quanto tempo ci vuole per far decomporre un cadavere». Per quest'ultima, fondamentale, informazione a febbraio, si era attentamente studiata un video. 

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Che i genitori siano estranei lo prova anche un altro episodio in cui il padre si chiede, e le chiede, cosa sia tutto quel sangue che vede in bagno. Senza fare troppe domande butta via dei tappeti intrisi di sangue e nota delle macchie rosse sui rubinetti. Ha chiesto alla figlia spiegazioni e lei si era giustificata dicendo di avere semplicemente un ciclo abbondante. In realtà poche ore prima Chiara aveva partorito, aveva tagliato il cordone ombelicale con le forbici trovate in cucina lasciando che il piccolo appena dato alla luce morisse dissanguato. Il padre si era fidato della risposta, del ciclo mestruale particolarmente abbondante. Lei poi era andata in paese a bere un aperitivo riuscendo a nascondere, di nuovo tutto, quell'abisso di bugie e solitudine. 

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