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Cibo, ecco come vivere a lungo: cosa mangiare (e quando)

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Claudia Osmetti 08 settembre 2024

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Mangiare sano per vivere a lungo (e pure meglio). Non sarà l’elisir dell’eterna giovinezza, men che meno è lo specifico del donizzettiano Dulcamara: al contrario, è scienza supportata dai dati. «Sono la sana nutrizione e uno stile di vita corretto le armi migliori che abbiamo per “combattere” l’invecchiamento», spiega Antonluca Matarazzo, avvocato, manager, ad e vicepresidente perla fondazione Valter Longo. Non è uno che parla a vanvera, Matarazzo. È uno che ciò che dice lo prova col rigore della ricerca in campo medico. La fondazione Valter Longo è una no-profit che si occupa esattamente di questo, cioè di assistenza nutrizionale ed educazione della comunità.

La settimana prossima, sabato 14 e domenica 15 settembre, a Cervia, al Fantini Club, con il patrocinio della regione Emilia Romagna, terrà la sua seconda edizione del “Nutrition and Longevity festival”, che basta il nome e si capisce tutto: una due giorni di incontri, totalmente gratuiti, con personalità di fama internazionale (tra cui proprio il professor Longo, scienziato inserito dal Time tra le 50 persone più influenti al mondo per le sue ricerche sulla longevità), attività pensate per ogni età (perché è attraverso l’attenzione ai più piccoli che si pongono le basi della cultura della salute) e addirittura un concorso culinario, il “World’s best longevity dish 2024” che premierà, grazie a una giuria composta da giovani studenti, il piatto “più longevo” dell’anno.

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«La longevità inizia da bambini», continua Matarazzo, «questo è uno dei punti centrali che vorremmo trasmettere. Con l’educazione della comunità, la formazione dei professionisti della salute, con gli interventi nelle scuole o nelle associazioni sportive, si dovrebbe poter garantire a chiunque, anche a chi non se lo può permettere economicamente, di conoscere questi principi e applicarli, in modo da ribaltare quello che purtroppo sta accadendo ora». Ossia il fatto che l’Italia sta passando dall’essere «una terra di salutari tradizioni culinarie a un’altra con circa 25 milioni di persone obese o in sovrappeso di cui quasi il 30% è rappresentato dai bimbi». In numeri: la metà degli italiani è alle prese con una situazione di sovrappeso, quattro piccoli su dieci lo sono o sono addirittura obesi, il nostro Paese è il secondo, in Europa, subito dopo Cipro e Grecia, con percentuali di sovrappeso equivalenti a quegli degli Usa. «Così facendo rischiamo di condannare i bambini a una vita meno longeva di quella dei loro genitori». Il che, in termini strettamente evolutivi, è un cortocircuito.

Ma allora, che si fa? Perché, d’accordo, mangiare-sano, evitare -le -schifezze, sapere -cosa -si -mette -in -tavola sono consigli sacrosanti, però ce li dava anche la nonna. In cosa consiste, veramente, questa benedetta “dieta della longevità” che, tra l’altro, è un’intuizione proprio del professor Longo? Attenzione, si scrive “dieta” ma non si legge “restrizione alimentare”: è più «uno stile di vita che si basa su quello che è un utilizzo dell’alimentazione anche ai fini di poter contrastare l’invecchiamo e le malattie correlate all’avanzare dell’età». Persino le patologie più serie (seppur tristemente diffuse) come i tumori o il diabete o quelle cardio-vascolari.

«Diversi studi evidenziano come attraverso la dieta della longevità e determinate forme di digiuno si possano integrare, non sostituire, le cure mediche tradizionali. I nostri team specializzati lo riscontrano anche nell’attività di assistenza nutrizionale, il 40% dei nostri pazienti è oncologico». La “dieta” qui viene studiata paziente per paziente, tramite accurate analisi, anche ematiche, per individuare un piano alimentare personalizzato che varia a seconda dell’età, della persona, della sua situazione. «Per questo motivo l’auspicio è che dal “Nutrition and Longevity festival” possa avviarsi in Italia la creazione di una “Longevity Valley”».

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