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Claudio Di Nardo morto a 66 anni: ha atteso invano uno scivolo per entrare in casa (ogni volta veniva aiutato da 5 persone)

21 ore fa 1
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SCANNO - Muore per un problema cardiaco, aspettando, invano, il diritto all’accessibilità. Claudio Di Nardo, 66 anni, costretto a vivere su una sedia a rotelle, è morto senza vedere realizzato quello che per lui rappresentava un diritto fondamentale: poter accedere autonomamente alla propria abitazione nella frazione di Frattura. Dal 2018, Di Nardo attendeva che il Comune di Scanno (L'Aquila) intervenisse per rimuovere le barriere architettoniche, rappresentate da una scalinata ripida su suolo comunale, che gli impediva di entrare e uscire dalla casa senza l’aiuto di almeno cinque persone.

Claudio Di Nardo morto, la storia

Durante i periodi trascorsi nella frazione, Di Nardo era praticamente confinato nella sua abitazione, evitando di uscire per non dover continuamente chiedere assistenza. «Vivere in queste condizioni è intollerabile. Basterebbe costruire un apposito scivolo per permettermi di accedere in modo autonomo alla mia abitazione», ripeteva sempre. La drammatica situazione che molte persone con disabilità vivono quotidianamente era stata più volte portata all’attenzione delle istituzioni. Claudio Di Nardo aveva lanciato appelli accorati e si era rivolto anche alla Prefettura dell’Aquila, che aveva sollecitato l’amministrazione comunale a intervenire con urgenza. Il Comune aveva invitato Di Nardo a presentare un’istanza per accedere ai fondi destinati all’abbattimento delle barriere architettoniche. Tuttavia, come spiegava lo stesso Di Nardo, il percorso per ottenere tali finanziamenti non era né semplice né immediato: «C’è bisogno di un progetto da parte di un ingegnere, che il Comune dovrà poi approvare e inviare alla Regione Abruzzo per ottenere il contributo. E il tutto sarebbe a spese nostre. Ma la strada è comunale, non privata».

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LA BATTAGLIA

Questa situazione lo aveva spinto a rivolgersi a un avvocato per intraprendere un’azione legale e chiarire definitivamente a chi spettasse l’onere dell’intervento. Di Nardo riteneva che fosse il Comune a dover garantire la fruibilità delle infrastrutture pubbliche, come previsto dalla legge, ma fino all’ultimo non si è trovato un accordo. Ieri si è svolta la cerimonia funebre celebrata dal parroco Don Luigi Ferrari, nella chiesa della piccola frazione di Frattura, gremita di persone, che hanno voluto omaggiare la memoria di Claudio Di Nardo.

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