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Un tribunale sudcoreano ha prorogato la detenzione del presidente Yoon Suk-yeol, sotto una procedura di impeachment, citando la preoccupazione che possa «distruggere le prove». A seguito della decisione, alcuni manifestanti hanno fatto irruzione nell'edificio del tribunale.
Corea del Sud, arrestato il presidente Yoon: «Agli interrogatori per evitare spargimenti sangue»
Corea del Sud, i disordini
Almeno 40 manifestanti che hanno partecipato all'assalto e si sono scontrati con la polizia sono stati arrestati.
Le diverse migliaia di sostenitori di Yoon - 40.000 secondo la polizia - hanno mandato in frantumi le finestre dell'edificio del tribunale - situato nell'ovest di Seul - prima di riuscire a fare irruzione, come dimostrano le immagini trasmesse in diretta dalla Tv. I manifestanti, che hanno cercato anche di bloccare le strade intorno alla corte, hanno gridato ritmicamente slogan ed esibito uno striscione con la scritta: «Liberate il presidente!».
L'arresto
Yoon è stato arrestato dopo un lungo braccio di ferro fra le forze di sicurezza e gli agenti preposti alla sua scorta. Prima di vedersi confermare l'arresto per timore che possa «distruggere le prove», il destituito Yoon, autore di quello che viene indicato come un tentato colpo di Stato attraverso la proclamazione della legge marziale, poi ritirata, ha conferito per 40 minuti con i giudici nell'ambito di un'udienza durata circa cinque ore, secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa Yonhap. Ieri Yoon aveva indirizzato, attraverso i suoi avvocati, una lettera ai suoi sostenitori per ringraziarli del loro «appassionato patriottismo».