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E' "l'uomo dei misteri", Roberto Giacobbo. Il conduttore di Voyager e Freedom-Oltre il confine, al ritorno su Rete 4 (e preso di mira per il suo successo anche dalla parodia di Maurizio Crozza) spiega al Corriere della Sera di avere due ancora non è riuscito a spiegarsi. Il primo è il fatto di essere nato e cresciuto nello stesso quartiere di Alessandro Cecchi Paone, con cui è andato alle elementari ("Alla Merelli di Roma nord, tutti e due col fiocco, eravamo bravi", abitando a 600 metri da casa da Alberto Angela: "Tre divulgatori tre nello stesso quartiere. Che c’era nell’aria?", gli chiedono. "Non lo so, non me lo spiego".
Il secondo è quello relativo ai suoi sei bassotti: "Perché regolarmente gli scappa la pipì a cento metri dal portone, dopo tre ore di passeggiata?", si domanda tra il serio e il faceto. Nell'intervista Giacobbo ricorda gli incroci con tanti vip, da Carlo Conti a Paolo Bonolis, da Fabrizio Frizzi ("Eccezionale") a Fiorello (le loro figlie frequentavano la stessa scuola). Quindi elenca tutte le volte che ha rischiato grosso, vedendosela brutta. "A Morgongiori, in Sardegna, ci ho rimesso una costola. Ero entrato attraverso una strettissima fenditura nella montagna, larga non più di un palmo e tre dita, dopo aver sgonfiato l’aria dai polmoni, scendendo poi per 70 metri. Non avevo calcolato però che, dopo due ore di intensa attività fisica, il corpo si ingrossa. Avrei dovuto aspettare, invece sono tornato subito indietro. Procedevo schiacciandomi contro la roccia, quando una pietra sporgente mi si è infilata nel torace". Oppure quando si è arrampicato all’esterno della piramide di Cheope, arrivando fino in cima. "Ci avevo messo 7 anni solo per avere il permesso. E gli ultimi due che ci avevano provato erano morti cadendo durante la discesa. Per salire ci vogliono circa 40 minuti. Per scendere un paio d’ore. Sei più stanco e devi saltare, se sbagli un passo sei finito".
Manderà in solluchero i complottisti l'aneddoto sul Triangolo delle Bermuda, uno dei "cult" per tutti gli appassionati del genere: "Ero in volo. Secondo una teoria, il momento più pericoloso è quando si viaggia a pelo d’acqua. Si possono formare delle bolle di metano in cui navi e aerei rischiano di affondare o di prendere fuoco. Ho voluto sperimentare di persona, sorvolando quel tratto di mare a bassa quota. Non dissi niente a mia moglie per non farla preoccupare. Solo: 'Ti richiamo dopo, qui non prendono i cellulari'".
Sulla mummia di Tutankhamon gela i creduloni ("Non esiste nessuna maledizione) mentre sugli extraterrestri è perlomeno possibilista: "Credere agli Ufo come dogma è eccessivo, però non possiamo essere gli unici abitanti dell’universo, ritengo che ci sia vita in altri mondi. Oggi con l’intelligenza artificiale si possono costruire realtà inesistenti. I dubbi mi vengono soprattutto quando vedo strane raffigurazioni nel passato, di oggetti o persone che a quel tempo non avrebbero potuto esserci".