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L'app di DeepSeek non è più disponibile sugli store di Apple e Google in Italia. La nuova IA cinese, che negli ultimi giorni ha molto fatto parlare di sé, non è scaricabile in questo momento sugli smartphone degli italiani. Non sono noti al momento i motivi della decisione.
Il Garante per la protezione dei dati personali ha inviato ieri una richiesta di informazioni a Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e a Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, le società che forniscono il servizio di chatbot DeepSeek, sia su piattaforma web che su app. L'Autorità, considerato l'eventuale alto rischio per i dati di milioni di persone in Italia - spiega una nota - ha chiesto alle due società e alle loro affiliate di confermare quali siano i dati personali raccolti, da quali fonti, per quali finalità, quale sia la base giuridica del trattamento, e se siano conservati su server collocati in Cina.
OpenAI accusa Deepseek: ha usato nostro modello apprendimento
OpenAI, proprietaria di ChatGpt, accusa il rivale cinese Deepseek di aver utilizzato i propri modelli di apprendimento per lo sviluppo della propria intelligenza artificiale.
Bloomberg, scrivono i media internazionali, riferisce che Microsoft sta verificando se i dati di OpenAI siano stati utilizzati senza autorizzazione.
Lo zar della Casa Bianca per l'intelligenza artificiale, David Sacks, ha sollevato la possibilità di un possibile furto di proprietà intellettuale da parte di DeepSeek ai danni di OpenAI. «C'è una tecnica nell'intelligenza artificiale chiamata distillazione... quando un modello impara da un altro modello (e) in un certo senso succhia la conoscenza dal modello principale», ha detto Sacks a Fox News.
«E ci sono prove sostanziali che ciò che DeepSeek ha fatto qui è stato distillare la conoscenza dai modelli OpenAI, e non credo che OpenAI ne sia molto felice», ha aggiunto Sacks, sebbene non abbia fornito prove.