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Leonardo Iannacci 01 febbraio 2025
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Fortunato il paese che ha bisogno di eroi. Eroi sportivi, campioni che vincono, esaltano e ci fanno sognare per dimenticare quelle che Giorgio Gaber chiamava le noiose “sopravvivenze quotidiane”. Di questi tempi l’italiano si nutre di imprese tennistiche e sciistiche. La punta dell’iceberg è un ragazzo di 23 anni nato a Sesto Pusteria e sorprendente quando trionfa, parla, si esprime con educazione e conquista. Jannik Sinner è stato il personaggio mondiale del 2024, lo sarà per anni e incarna il perfetto eroe dei nostri tempi. Se ci spostiamo tra le nevi, sono invece due le ragazze che si giocano a dadi il ruolo di numeri 1 e affronteranno gli imminenti mondiali di Saalbach da favorite assolute in discesa libera e in supergigante: così uguali e così diverse, sono Federica Brignone e Sofia Goggia. Fede è la campionessa dal bello stile, Sofi la fuoriclasse che morde i curvoni veloci, aggredisce le porte e azzanna.
Ebbene la Goggia coraggiosa lo è anche quando esprime giudizi, fatto ammirevole in un mondo in cui molti si trincerano dietro facciate da democristiani dorotei, molto facendo intuire ma nulla dicendo in faccia. Sofia è diversa, ha personalità, è donna del nuovo millennio. In una lunga confessione a La Repubblica ha espresso il proprio pensiero su Sinner, assente giustificato alla cerimonia che ha visto i tennisti ricevuti al Quirinale da Mattarella: «Io ci sarei andata perché il presidente della Repubblica è la più alta carica dello Stato». Il mondo del web ha immediatamente letto queste parole che esprimono una opinione personale come un attacco a Jannik.
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Cosa che, conoscendo Sofia, non corrisponde affatto a verità. Quando dice «ho rispetto massimo verso le istituzioni, di cui tra l’altro faccio parte nella Guardia di Finanza, l’invito è un motivo di orgoglio immenso e, per come vivo io, non è lontanamente concepibile pensare a un rifiuto», la 32enne fuoriclasse dice la sua pur non essendo a conoscenza delle attuali condizioni fisiche in cui si trova il trionfatore di Melbourne dopo il ritorno in Italia: è stressato, stanco e i medici gli hanno imposto giornate di riposo assoluto. Quelle mani tremolanti durante la sfida nei quarti con Rune sono state un campanello d’allarme. Tuttavia non c’era affatto malizia nelle parole della Goggia né tantomeno la volontà di ferire Jannik: i due si stimano, più di una volta lei ha espresso ammirazione per quello che sta combinando Sinner. Ci confessò una volta: «Mi piace un sacco Jannik quando per come aggredisce la pallina ma sono rimasta sbalordita quando l’ho visto. Ha uno stile pazzesco».
Innegabile che la Goggia abbia la propria opinione sull’assenza del Colle ma questa presunta rivalità nata dall’opinione espressa in un’intervista e sviluppata sul web impazzito, non può e non deve andare oltre. La Goggia ha detto la sua: viva chi pensa, chi ha un cervello, chi si esprime, chi ha coraggio delle proprie idee. Il confronto non è scontro. Jannik e Sofia sono due patrimoni del nostro sport e della nostra vita. Nella storia d’Italia lo sono stati, via via, Fausto Coppi e Gino Bartali per i nostri nonni, e poi Riva e Rivera, Paolo Rossi e Alberto Tomba, e più di recente Valentino Rossi e Federica Pellegrini. Jannik e Sofia sono due moderni numeri 1. Dio ce li ha dati e guai a chi ce li tocca.