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Donna suicida a Genova, aveva denunciato il marito per radicalizzazione. Lui replica: «Era gelosa». Il nodo dell'affidamento dei figli

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La doppia tragedia di Sampierdarena (Genova), l’estremismo islamico entra nell’inchiesta. La moglie denunciò il marito: «Non voleva che avessi una vita sociale». L’uomo era tenuto sotto controllo dall’antiterrorismo. Spuntano due viaggi sospetti in Arabia Saudita e in Svizzera. Lui si difende: «Tutte invezioni di lei, era gelosa». Ecco la ricostruzione della terribile vicenda delle 2 sorelle, che si sono gettate dal quarti piano di un palazzo. Una è morta, l'altra resta grave.

Sorelle giù dal palazzo, l'inchiesta

La donna che si è uccisa a Genova lanciandosi dal quarto piano di casa, per paura di perdere l'affidamento dei quattro figli, aveva denunciato il marito per maltrattamenti perché secondo lei si era radicalizzato «e frequentava terroristi». Da quella denuncia sono partiti una serie di accertamenti, in un indagine del pubblico ministero Luca Scorza Azzarà. La Digos però ha escluso un suo coinvolgimento. Secondo il marito della donna, invece, come messo nero su bianco su una delle memorie depositata tramite la sua avvocata Anna Serafino, «la donna lo aveva denunciato per gelosia». Alcuni dettagli sono riportati dal Secolo XIX.

Genova, due sorelle si lanciano dalla finestra: una è morta, l’altra ricoverata in gravi condizioni. In casa c’erano i 4 figli

L'uomo, dice il legale, si sarebbe sempre occupato della sua famiglia «provvedendo a tutto». La situazione sarebbe degenerata a fine del 2022, con la nascita dell'ultimo figlio. «Ha iniziato ad accusarmi ingiustamente di avere storie extraconiugali - si legge nella memoria - o amicizie inadeguate. E' arrivata a distruggermi un telefonino e a farmi perdere i clienti. Aveva iniziato a chiamare una di loro dicendo che eravamo amanti finché il marito non mi ha chiamato dicendomi di farla smettere e di non farmi più vedere». La donna lo ha accusato anche di fare viaggi «sospetti in Svizzera e in Arabia Saudita in compagnia di un amico». Ma erano viaggi «a cui lei aveva dato il consenso e per andare a trovare un vecchio amico», la difesa dell'uomo. Secondo il marito a peggiorare la crisi tra i due sarebbe stato l'arrivo della cognata. «Invece di fare da paciere - mette nero su bianco la legale - fomentava le tensioni fino all'aggressione fisica da parte delle due». L'uomo era stato arrestato, per un giorno, nel 2023 perché aveva chiuso in casa le due sorelle ed era andato in moschea. Per quell'episodio era stato condannato a pochi mesi. Adesso è in corso un altro processo per maltrattamenti in famiglia e lesioni.

COSA ERA SUCCESSO

A precipitare per prima dalla finestra era stata la donna di 32 anni. I vicini avevano sentito un tonfo e dei gemiti e avevano avvisato la polizia. Nel frattempo avevano visto la sorella sul cornicione e le avevano urlato di non buttarsi, ma si è buttata anche lei. Ora è ricoverata all'ospedale San Martino in prognosi riservata. Quando la polizia è arrivata c'erano in casa i quattro figli della trentaduenne. L'appartamento era chiuso dall'interno e sono stati i bambini ad aprire. La vittima era separata dal marito. Il 10 gennaio c'era un'udienza per l'affidamento dei figli. Le indagini sono state passate alla squadra mobile, coordinata dal pubblico ministero Luca Monteverde.

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