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Un governo «delle forze repubblicane» per Gabriel Attal, «allargato» per Edouard Philippe, «provvisorio e repubblicano» per il gollista Xavier Bertrand, di «unione (non di unità) nazionale» per Jordan Bardella, o di «federazione di progetti» per Emmanuel Macron, senza contare l’opzione ultima, il governo tecnico che i francesi chiamano “all’italiana”, cercando un Monti o un Draghi per garantire un minimo di stabilità e una gestione che scavalli, quantomeno, le Olimpiadi: da ieri fioccano le ipotesi sul futuro prossimo della politica francese. Tante ipotesi quante sono le maggioranze che potrebbero uscire dalle urne domenica. Il toto maggioranze e governi va di pari passo con il toto premier e i toto ministri. All’Eliseo Macron continua a ripetere di «non avere fatto le cose a caso» e di «non avere deciso lo scioglimento dell’Assemblea senza avere un’idea in testa», che al momento resta però imperscrutabile ai più.
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Il presidente vagheggia di una maggioranza e di un governo costruito su una “federazione di progetti”, praticamente una piattaforma programmatica a disposizione di una maggioranza “di compromesso” che vada dai "socialdemocratici ragionevoli” agli “ecologisti responsabili” fino ai Républicains “ragionevoli” anche loro. Questo significa escludere i radicali della France Insoumise. Difficile arrivare a una maggioranza assoluta stando alle previsioni attuali. Inoltre un governo di stampo macroniano dovrebbe avere un “perno centrale” che la coalizione Ensemble non può ormai più garantire.
A un governo «delle forze repubblicane», sostenuto da una «Assemblea nazionale plurielle» pensa Gabriel Attal. Il premier uscente si è ormai affrancato dal suo mentore Macron. Ha esordito a gennaio da premier con un governo di maggioranza relativa ed è dunque abituato a geometrie più o meno variabili: ora pensa a una grande coalizione in parlamento, «di destra, di sinistra, di centro, che lavori insieme progetto per progetto nell’interesse dei francesi», ma i radicali della France Insoumise hanno già fatto sapere che l’ipotesi non li attira.
RADICALI ESCLUSI
I radicali di Mélenchon sono del tutto esclusi dall’ipotesi dell’ex premier Edouard Philippe che invece prefigura un «governo allargato», sorretto da un nuovo blocco moderato, che dovrebbe comprendere le forze centrali di destra e di sinistra e soprattutto far rientrare gli ex compagni di partito gollisti. Per l’ex premier si tratterebbe di una maggioranza simile, ma alternativa, a quella di Macron, da cui ha preso nettamente le distanze anche in vista delle presidenziali del 2027. Anche i gollisti hanno una loro idea. Il 10 per cento ottenuto domenica (accreditato di un bottino che può arrivare a trenta deputati) esprime una tenuta dei Républicains che non hanno seguito il loro segretario Eric Ciotti nell’abbraccio all'estrema destra. Il partito potrebbe beneficiare dell’invidiabile ruolo di ago della bilancia. Di sicuro i gollisti saranno corteggiati da chiunque voglia provare a costituire un governo, compreso il Rassemblement National. L’ex ministro di Sarkozy Xavier Bertrand, ha chiesto un «governo provvisorio repubblicano», un governo di «sussulto» che prenda esempio dai governi «provvisori della République come esistevano all’epoca in cui bisognava ricostruire». «Pronto» si dice da tempo Jordan Bardella, che ha già in testa la squadra di governo di “unione nazionale” che vuole costruire. Per governare chiede una «maggioranza assoluta» come ha ripetuto ieri in un’intervista al Figaro, che si potrebbe raggiungere anche grazie all’adesione di nuove forze in arrivo dai gollisti per formare «la coalizione dei patrioti e dei repubblicani». Annuncia già di prevedere due ministri all’Economia, Finanze e Conti Pubblici (li ha contattati e hanno accettato). E infine, se nessuno di questi governi dovesse trovare la sua maggioranza, resta l’ipotesi “all’italiana”, un governo “tecnico” che sarebbe un inedito nella storia politica francese. Avrebbe il merito di far scavallare al paese le Olimpiadi imminenti e di riportare la logica del compromesso tra le forze politiche che appaiono in questo momento polarizzate in blocchi irriducibili.