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Emilio D’Adamo, il 60enne di Roccasecca, scomparso il pomeriggio del 6 gennaio scorso è stato trovato morto, carbonizzato, all’interno della sua auto. Si sarebbe suicidato con i gas di scarico del mezzo, poi andato a fuoco. L’epilogo che nessuno si aspettava c’è stato alle 13.35 di ieri, quando i carabinieri della compagnia di Pontecorvo hanno ricevuto la segnalazione di un’auto bruciata all’interno della quale c’era un corpo irriconoscibile. La chiamata è partita dal telefono di un uomo che vive a Colle San Magno e che passando in località La Forma, ha notato la carcassa del mezzo. Gli uomini del capitano Bartolo Taglietti e del luogotenente Gianni Mastantuoni, sono arrivati sul posto e, nel giro di poco, hanno capito subito, attraverso l’identificazione del numero di telaio, di parte della targa e del modello (una Fiat Punto) che l’auto era quella segnalata dalla famiglia di Emilio D’Adamo. E’ stato informato il magistrato di turno alla procura di Cassino, il pm Andrea Corvino, poi ci sono stati i rilievi scientifici per isolare tracce e reperti utili a ricostruire le ultime ore di vita dell’operaio. Le prime risultanze investigative escluderebbero la morte causata da terzi, quindi i carabinieri escludono l’omicidio. Si propende per il suicidio. Gli investigatori avrebbero isolato resti di un tubo che il roccaseccano avrebbe inserito nella marmitta per farla finta con il gas di scarico della sua auto. Il surriscaldamento del mezzo avrebbe prodotto, poi, l’incendio nel motore rimasto in moto per molte ore: prima, durante e dopo gli ultimi istanti di vita di Emilio. Una prima ipotesi di quanto accaduto che ora dovrà essere confermata dagli accertamenti tecnici che il magistrato disporrà. L’auto è stata sequestrata. Anche il corpo, carbonizzato, è stato sottoposto a sequestro e trasportato all'obitorio di Cassino, dove verrà sottoposto ad accertamenti di medicina legale.
IL POST
La scomparsa del sessantenne, operaio di una ditta esterna che effettua manutenzioni al Termovalorizzatore di San Vittore del Lazio, risale al pomeriggio del 6 gennaio. Intorno alle 15 posta un inquietante messaggio sulla sua pagina Facebook. «Perdonatemi - ha scritto - ma sono stanco. Chiedo perdono ai miei figli di non essere stato un padre migliore e di non avere dato loro di più... ma io sono così. A mia moglie chiedo scusa, ma sono stanco voglio riposare in pace. Addio». Immediati gli appelli sui social dei familiari e la segnalazione ai carabinieri. Poco ore dopo gli investigatori dell’Arma localizzano il telefono dell’uomo nell’alto Casertano, a Pietramelara, da dove sono state avviate le ricerche, ciò porta a pensare che avrebbe girovagato per ore prima di arrivare a Colle San Magno. I social, per quattro giorni, sono stati subissati di appelli e messaggi indirizzati all’uomo. Tutto inutile.
IL FIGLIO
L’ultimo accorato invito a tornare a casa è partito dal figlio Gianluca che, nella serata dell’8 gennaio, sulla sua pagina social ha scritto: «Papà qui abbiamo bisogno di te. Sei la nostra forza, spero che tu non abbia fatto qualche brutto gesto e torni il prima possibile: appena vedi questo post». Poi ha aggiunto: «Mamma non sta bene, tua nipote Aurora tutti i giorni chiede di te. Io e tua figlia stiamo in crisi totale. Non puoi farci questo, se ci sei ancora torna a casa ti stiamo aspettando. Abbiamo bisogno di te. Io sto provando a essere l’uomo di casa ma questa situazione è troppo anche per me, non ce la sto facendo più, sto crollando anche io. Ti prego torna a casa». Sempre il figlio, appresa la tragica notizia ha scritto: «Voglio ricordarti bello sorridente. Sei stato un padre eccezionale. Sei stato il mio eroe. Non ti dimenticherò mai. Fai buon viaggio papà». Roccasecca è rimasta ammutolita. «Credo che questo sia il momento del silenzio e dalla vicinanza alla famiglia del caro Emilio», è il commento degli amici.
Nei prossimi giorni, dopo gli espletamenti di medicina legale, salma dell’uomo verrà riconsegnata alla famiglia per l’ultimo saluto.
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