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Esame avvocato, non lo supera e fa ricorso: promosso con il voto più alto. «Una sottocommissione aveva bocciato l'86% dei ragazzi»

3 giorni fa 1
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Il suo compito per l'abilitazione alla professione di avvocato era stato valutato come "gravemente insufficiente", ma dopo il ricorso la nuova sottocommissione che lo ha corretto gli ha invece assegnato il voto più alto di tutti: 24 (su 30). 

È la storia incredibile di Davide (nome di fantasia, ha chiesto di rimanere anonimo ndr), studente brillante di giurisprudenza, che ora è diventato finalmente un avvocato iscritto all'albo. Una vittoria certo, ma che lascia l'amaro in bocca. Anche perché, con l'accesso agli atti Davide ha scoperto anche un altro dato preoccupante: la sottocommissione che aveva corretto il suo compito aveva bocciato l'86% delle prove esaminate. «Voglio credere che non sia qualcosa fatto con dolo, ma piuttosto negligenza. Purtroppo io mi sono potuto permettere di pagare circa 4mila euro di ricorso, tanti altri ragazzi hanno dovuto aspettare un anno per rifare l'esame» racconta al Messaggero. 

La laurea con lode e con dignità di stampa, poi bocciato all'esame 

Davide si era laureato in giurisprudenza nel 2022 con lode e tesi valutata con "dignità di stampa". Al momento della discussione aveva 23 anni, stava già lavorando come praticante in un prestigioso studio e aveva la media del 29.78. Terminato il praticantato forense, a dicembre 2023 ha sostenuto l'esame di abilitazione, ha scelto la traccia di diritto civile: «Ero certo di aver fatto un buon compito, mi ero confrontato anche con altri colleghi e tutti avevamo risposto in modo simile» ha raccontato a Il Messaggero «Potete immaginare la mia sorpresa quando ho visto i risultati. Gli altri avevano tutti avuto un voto tra il 18 e il 21 mentre io avevo preso 12, una grave insufficienza. Mi è crollato il mondo addosso».

La sottocommissione "severissima": aveva bocciato l'86% dei compiti 

Davide non ci crede, in un primo momento pensa a un errore e richiede l'accesso agli atti presso la corte d'appello. Fotocopia i verbali delle correzioni, il suo compito e quello di altri cinque compagni che lo avevano svolto in modo simile ed erano stati promossi. In tutto spende 150 euro di fotocopie perché all'interno del tribunale i costi sono maggiorati.

Per settimane chiede a colleghi e professori se ravvisano errori gravi nel compito ma nessuno sa spiegare il motivo dell'insufficienza.

A convincerlo a fare ricorso alla fine è un dato: su tre sottocommissioni esaminatrici ce ne era una che aveva bocciato l'86% dei compiti, la sua. Le altre due avevano tassi di bocciatura del 43% e del 49%. «In una sola seduta di valutazione su 10 compiti tutti erano stati dichiarati insufficienti». Come Il Messaggero ha potuto verificare dai documenti su un totale di 145 esaminandi della Corte d’Appello dove ha svolto l’esame Davide ne sono stati bocciati ben 85. Di questi quasi la metà (41) erano quelli corretti da questa sottocommissione "severissima". Un dato certamente anomalo. 

Il ricorso e la promozione con il voto record 

Il Tar ha accolto il ricorso, riscontrando che «Ad elaborati simili (sotto il profilo tanto delleforme dell’atto, quanto dei contenuti dello stesso) redatti da altri candidati è stato attribuito un giudizio sufficiente» e ha stabilito che il compito di Davide doveva essere ricorretto da un'altra sottocommissione esaminatrice. I nuovi esaminatori non solo hanno valutato la sua prova sufficiente, ma gli hanno assegnato 24 (su 30), il voto più alto tra chi aveva svolto la traccia di "diritto civile" nella Corte d’Appello dove ha svolto l’esame Davide. Davide ha poi superato l'orale e ora è regolarmente iscritto all'albo.  

«Ho sempre creduto che il sistema premiasse il merito»

«Sono soddisfatto ma è stato molto stressante e non riesco a non pensare a tutti i ragazzi che si sono trovati nella mia situazione e che non hanno potuto fare ricorso, magari per motivi economici, perdendo un anno» ha concluso Davide. Alla fine ha speso 4mila euro per le spese legali che non sa ancora se e in che misura gli verranno rimborsati: «È comunque meno di quanto avrei perso se non fossi stato abilitato come avvocato, visto che dopo l'iscrizione il mio stipendio è aumentato sensibilmente. Ho sempre avuto fiducia nella giustizia e sono felice che tutto si sia concluso per il meglio, anche se l'amarezza resta».

L'amarezza di essere stato tradito da un sistema in cui ha sempre creduto: «Tanti dicono che l'esame sia questione di fortuna, io invece ho sempre pensato che il merito e l'impegno vengono premiati e mi sono trovato in questa situazione assurda».

Anche ora, nonostante tutto non ha perso la fiducia: «Credo si sia trattato di una negligenza e che non ci sia stata una volontà esplicita di "bocciare per forza". In ogni caso è qualcosa che mette i brividi: per tanti giovani l'esame è il modo per accedere a una situazione economica migliore dopo anni di studio e sacrifici».

Il percorso per diventare avvocati è lungo e comporta grandi spese economiche per le famiglie, anche perché spesso il periodo obbligatorio di pratica forense non viene retribuito (come abbiamo raccontato in un servizio di Il Messaggero). L'esame è un ultimo scoglio che impegna i ragazzi per quasi un intero anno di vita tra prova scritta e orale: se si viene bocciati, per tanti non resta che aspettare un altro anno e si vedono vanificati gli sforzi di anni di lavoro. Di fronte a questo, una bocciatura "ingiusta" assume quindi un peso enorme nella vita di un ragazzo. 

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