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Federica Brignone punta i mondiali di sci a Saalbach: «Condannata a vincere, che stress. Così ho battuto Sofia Goggia in discesa»

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Fede, speranza e Campionati del Mondo, da oggi a Saalbach. Ha tanta fame, la «Tigre» Brignone. Leader di Coppa del Mondo, la carabiniera valdostana si presenta in Austria con un bottino stagionale di ben cinque vittorie. «Ci sono anche tre terzi posti, che ormai vengono visti come una delusione. Invece è il contrario – rimarca Federica –, perché so quanto sia difficile anche solo salire sul podio. Da una parte questa attesa di risultati è uno stress, dall’altra è uno stimolo. Cerco di viverla a modo mio, non pensando a questo o quello, ma al modo di sciare». Sempre a tutta come quando non si tira indietro neanche sulle questioni dell’ambiente. Adesso però la testa è su una rassegna in cui Brignone arriva tra le favorite forte dei successi in discesa, superG e gigante.

Fede, il ritorno a Saalbach cosa le fa ricordare?
«Il sole. L'anno scorso ce n’era tanto durante le finali di Coppa. Ricordo di aver fatto un gran gigante, un bel SuperG e una discesa decente, quindi sono contenta di tornare qui. Poi siamo in Austria, dove lo sci è lo sport nazionale e ci sarà un bel po' di gente».

E il suo primo ricordo in assoluto dei Mondiali?
«Il primo che ho guardato in tv: Åre 2007. I ricordi più vividi, però, sono di Garmisch 2011, quando ho partecipato per la prima volta».

E andò subito a medaglia. A 20 anni fu argento in gigante dietro alla slovena Tina Maze.
«Una giornata incredibile, sono già passati 13 anni. C’erano i miei nonni, alcuni amici con uno striscione. Ero seconda dopo la prima manche in una giornata con la nebbia e per questo la seconda manche iniziò tardissimo. Dopo il traguardo sono entrata in un vortice che non conoscevo, dalle conferenze stampa alla foto con la medaglia. Era tutto nuovo».

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L’oro mondiale di due anni fa in combinata, invece, le fece versare tante lacrime sul podio. Come mai?
«In quel mondiale la medaglia che mi aspettavo di meno era quella in combinata. Perché solitamente lo slalom è la specialità dove faccio più fatica. Non è che scii male, ma mi trattengo per la paura di sbagliare. Due anni prima, ai Mondiali di Cortina 2021, ero prima dopo il SuperG ma ero uscita dopo tre porte in slalom. Nel 2023 mi sono ritrovata sempre prima e ho detto: no, di nuovo. Meno male che ho vinto. Sul podio mi ero commossa perché c'era tutta la squadra che cantava con me l’inno e dentro di me ho pensato: ce l'abbiamo fatta. Mi ha scatenato tutta la commozione. Conoscendomi, non pensavo fosse fattibile».

Ora la combinata non c'è più, rimpiazzata dalla combinata a squadre.
«È bello che ci siano anche delle prove a squadre nel nostro sport, ma mi dispiace che abbiano tolto la combinata individuale, che è l’essenza dello sciatore polivalente. Sono cresciuta con quest’idea sin da bambina».

Fino alla scorsa stagione, lei non aveva mai vinto in discesa. Ora è a due successi e ha anche battuto Sofia Goggia sul suo campo. Qual è il segreto?
«Non ci sono segreti, ma tanto lavoro e tanta dedizione. Ogni anno mi rimetto in gioco cercando di migliorare. Per me la discesa è stata così: sono cresciuta facendola da ragazzina, però poi in Coppa del Mondo ho sfondato col gigante e c’è stato un periodo in cui, dopo che mi sono fatta male, ho saltato le gare veloci. Con mio fratello Davide e chi mi segue abbiamo lavorato sulla scorrevolezza e sugli altri punti deboli».

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In cosa sta facendo la differenza?
«Oggi sono probabilmente la versione migliore di me stessa, ma cercherò di continuare a superarmi. D’altronde non si smette mai di farlo nella vita, no? Ho iniziato pure a meditare. E faccio degli esercizi per il respiro. Un sensore mi aiuta a capire i miei dati prima di una gara o tra due manche. Faccio 5 minuti di respirazione con dei ritmi diversi che mi aiutano a collegare la mente al corpo, a cercare di recuperare quando devo recuperare».

Ha trovato ispirazione da altri sport?
«Ho provato degli sport di adrenalina come il downhill, il kite o il surf. Stare sulla tavola mi è servito per migliorare lo scivolamento e l’equilibrio».

La vedremo all’Olimpiade estiva nel surf?
«No no, mi piacerebbe ma sono scarsissima. Sto ancora imparando!».

È stato un inverno che ha messo a dura prova tanti colleghi, finiti all’ospedale per incidenti. L’airbag è utile?
«Gli infortuni purtroppo ci sono sempre stati e come numeri siamo uguali alle stagioni precedenti. Io l’airbag lo uso da tanti anni. Per fortuna l'ho fatto aprire solo un paio di volte. È molto utile ed è un passo avanti sul tema sicurezza. Non dimentichiamoci che noi facciamo uno sport pericoloso. Ma se abbassassimo il livello di difficoltà delle gare, non sarebbe più la Coppa del Mondo. E per me chi vince in discesa a Kitzbühel è un eroe».

Giovedì, il giorno del superG, sarà un anno esatto a Milano-Cortina. Solo una coincidenza?
«Quello che succederà ai Mondiali non cambierà le mie Olimpiadi. Farà la differenza solo se continuerò a tenere un atteggiamento positivo, se continuerò ad allenarmi e sciare nel modo giusto da qui all'anno prossimo».

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