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Ferrari, la vittoria sfiorata è la peggior sconfitta

1 mese fa 3
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Che non fosse impossibile, lo si era capito da qualche settimana; che in Ferrari avrebbero potuto ottimizzare scelte strategiche e ragionamenti in prospettiva, anche. Ecco perché la vittoria sfiorata nel Mondiale Costruttori ci conferma ciò che in fondo già sapevamo: più il margine che ci separa dal traguardo è risicato, maggiore è la delusione. Tornano in mente, ma con dietrologia onanistica, quelle gare nel corso delle quali gli stint degli pneumatici sono stati dilatati, oppure il passo gara non è stato premiato da chiamate ai box poco accurate da parte del muretto.

Aggiungiamo, facendo i complimenti a un’eccellenza italiana, che buona parte del merito del trionfo McLaren tra i costruttori, con giustificato rammarico per non aver vinto anche il Mondiale Piloti, cosa divenuta fattibile dall’estate in poi, va a in eccellenza italiana: quell’Andrea Stella che la Ferrari anni fa fece andar via a cuor leggero, per usare un eufemismo.

Ora – a qualcuno potrà sembrare dovuta al dente avvelenato per la mancata vittoria – vorremmo fare però anche una riflessione sulla FIA, sui suoi sofismi burocratici e sulle decisioni che nel corso del Mondiale sono state prese sul filo delle interpretazioni che hanno spostato gli equilibri in modo decisivo: parliamo dei track limits e della relativa applicazione della cervellotica regola, con decisioni spesso opinabili sul filo di un automobilistico fuorigioco; parliamo dei fondi irregolari poi “condonati” a campionato in corso; parliamo anche di una geopolitica sempre più prona ai grandi investitori che ha spesso penalizzato l’autenticità della bagarre, con una sudditanza psicologica nei confronti di alcune scuderie e del management che hanno dietro che è stato impossibile non cogliere in vari passaggi della stagione.

Una Ferrari non perfetta, come abbiamo detto, ma in via di miglioramento e con evidenti incrementi prestazionali, non pretendevamo che fosse aiutata, ci mancherebbe. Avremmo solo voluto poter recriminare esclusivamente sugli errori del team, invece che doverci occupare delle decisioni della Federazione.

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