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Ferrari, Mondiale riaperto: a sei gare dalla fine è a 75 punti dalla McLaren e a 34 dalla Red Bull. E la SF-24 va

2 ore fa 3
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C’è soddisfazione, ma anche un filo di rabbia. Se la Ferrari non avesse gettato al vento le qualifiche, ieri poteva lottare per la vittoria. Lo hanno dimostrato i tempi e l’andamento del Gran Premio di Singapore. Numeri alla mano, l’andatura di Charles in gara era paragonabile a quella di Norris che, con la sua McLaren, ha dominato in lungo e in largo. Forse Lando era un filo più veloce ma, un conto è avere il vuoto alla spalle, tutt’altra cosa è vedere negli specchietti la Rossa del Principino. Lando e Piastri sono giovani e bravi, ma ancora non si percepiscono con precisione le loro potenzialità poiché è la prima volta che dispongono di una monoposto vincente.

L’inglese, di sicuro, è molto veloce. Oscar, per il momento, forse un po’ meno. Ma mostra lampi di quelle doti che trasformano un ottimo pilota in un campione: gelido nei momenti che contano, lucidissimo nei corpo a corpo e, soprattutto, nei sorpassi. Ieri il vincitore ha mostrato tanta autorità, ma ha corso in maniera altalenante, accusando forse un po’ troppo la stanchezza e andando due volte a baciare il muro. Se invece di essere in fuga solitaria avesse avuto negli scarichi una Ferrari come è avvenuto per Oscar a Buku, sarebbe potuta finire in maniera diversa. Questo quadro è chiarissimo ai ragazzi di Maranello che dopo la gara hanno chiarito le posizioni. Charles, su una pista che a parità di condizioni non ti concede il sorpasso, è scattato nono e arrivato quinto.

Se avesse avuto qualche giro in più si sarebbe bevuto anche la seconda Mercedes, quella di Russell che è arrivata quarta. Il podio e stato irraggiungibile perché le due monoposto papaya hanno messo a panino la Red Bull di Max tornato cannibale ora che vede la sua corona in bilico. Anche Sainz ha guidato bene, risalendo dalla dodicesima posizione (scattava decimo) fino alla settima, dietro ad Hamilton. Dei magnifici otto delle quattro scuderie top manca solo Perez che conferma come la RB non sia affatto guarita. L’esperto Vasseur, sempre con un sorriso pacato, conferma quanto sostenuto sabato: «Abbiamo corso bene e ottenuto il massimo. Più di così, su una pista del genere partendo dietro, non si poteva fare. Ora abbiamo un po’ di tempo per prepararci per il filotto finale».

Di umore completamente diverso rispetto al giorno precedente invece Charles.

Si vede chiaramente che aveva parlato con Frédéric che per lui, così come per Hamilton, è sportivamente come un padre: ascolta quello che dice, di lui ti puoi fidare. Il Principino, non è la prima volta, si scusa per il suo comportamento impulsivo e lo fa in modo così evidente da suscitare tenerezza: quando perde le staffe a caldo non credetegli, non è il suo pensiero: «Ho proprio sbagliato ad esprimermi in quel modo. La temperatura della gomme sarà stata leggermente più bassa, ma al volante c’ero io ed è mia responsabilità essere uscito in quel modo. Avrei potuto salvare il giro e partire più avanti. La colpa è mia».

Il ragazzo è sincero e per questo va perdonato con la speranza che alla prossima occasione sia più riflessivo e non accusi il box che lavora per lui. Sainz, come al solito, dà una lettura sintetica e chiara: «Sappiamo bene che quest’anno il problema non è il passo gara, ma il giro secco. Se in qualifica non avessimo sbagliato io e Charles sarebbe andata in modo diverso». A sei gare della fine il Campionato si prende un mese di pausa, la Formula 1 tornerà ad Austin, su un tracciato completamente diverso rispetto agli ultimi due, il 20 ottobre. Poi non si potrà più tirare il fiato perché in 50 giorni ci sarà un vero tour de forse: Texas, Messico, Brasile, di nuovo Stati Uniti, per chiudere nel Golfo, in Qatar ed Abu Dhabi.

Poiché la stagione si è ufficialmente riaperta, tutte le principali squadre porteranno nella terra dei cow boy l’ultima tornata di aggiornamenti che saranno decisivi nella battaglia finale. La McLaren nel 2024 non ha sbagliato un colpo e anche le Ferrari è andata nella direzione giusta. Bene, ma con una finestra di utilizzo molto stretta, anche la Mercedes, mentre la Red Bull è attesa ad un importante esame: dopo aver dominato sette gare ad inizio stagione, gli austriaci non passano più per primi sotto la bandiera a scacchi da otto corse. Il Mondiale Costruttori è una lotteria in cui è favorita la McLaren (516 punti) che precede Red Bull (475) e Ferrari (441) con Maranello in piena corsa almeno per il secondo posto. Nel Piloti Norris ha dichiarato guerra al cannibale (331 contro 279) e Verstappen non dovrà più avere crolli pena la sua quarta corona.

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