Frequentava e aiutava gli ‘Ndranghetisti: sette anni e mezzo di carcere per un dentista di Rivoli, cinque e quattro mesi per il suo complice

Quasi sette anni dopo l’arresto (era il 2018), il dentista di Rivoli Domenico Panetta, 69 anni, è stato condannato in primo grado per estorsione, concorso esterno in associazione mafiosa e millantato credito: sette anni e sei mesi di carcere. La sentenza di ieri, martedì 4 febbraio, condanna a cinque anni e quattro mesi di reclusione anche il suo complice Antonio Ritorto, imputato solo per estorsione. 

Le raccomandazioni

Tra le accuse, il pubblico ministero Paolo Toso contesta i presunti tentativi di raccomandare a politici e amministratori di Rivoli un’azienda vicina a un boss. Difeso dall’avvocato Wilmer Perga, Panetta non è riuscito a dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati, anche se alcuni presunti reati sono ormai prescritti. 

I favori 

Dal 2015 al 2018, la Direzione distrettuale antimafia aveva posizionato alcune cimici anche all’interno dello studio del dentista. Grazie alle registrazioni, è stato possibile documentare i rapporti all’apparenza strettissimi con personaggi delle famiglie Macrì e Crea. Panetta avrebbe anche aiutato a “ripulire” soldi “sporchi” degli affiliati. 

La Jaguar 

Il dentista, poi, aveva ottenuto una Laguar senza passaggio di proprietà. Il pagamento per l’acquisto non era stato completato e aveva mandato il suo complice, Ritorto, a farsi restituire la quota già versata al venditore. 

In precedenza 

L’inchiesta di Toso ha ricostruito anche altri episodi, poi finiti al centro di altri processi. Per esempio, si parla di un carabiniere (già condannato) a cui Panetta chiese di scoprire se fossero in corso delle intercettazioni telefoniche su un altro 'ndranghetista. Il militare non era in grado di eseguire la “missione” ma, secondo gli inquirenti, finse di avere lavorato al caso e rispose che non ce n'erano.

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