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"Gli servono 50 ace": Sinner-Shelton, la profezia (nerissima) di Adriano Panatta

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Il prossimo rivale di Jannik Sinner nel match delle semifinali degli Australian Open, in programma venerdì, si chiama Ben Shelton, vincitore in quattro set mercoledì contro Lorenzo Sonego, tra non pochi rimpianti da parte dell’azzurro. Nel podcast ‘La Telefonata’, gli ex della racchetta Adriano Panatta e Paolo Bertolucci non si sono però risparmiati contro lo statunitense, elogiando anche la prestazione di Sinner contro De Minaur: “Per quanto riguarda quella partita mi sento molto Sandra Mondaini quando diceva ‘che barba, che noia’ — ha detto Panatta —. Poveraccio De Minaur dovrebbe dire ‘guardate io non ci vengo, senza offesa’”. Subito Bertolucci ha rincarato la dose: “Se lo sogna anche la notte — il suo commento — Lui deve vedere il tabellone, gli iscritti e quando vede che c'è Sinner deve ringraziare e non giocare, presentarsi poi al prossimo torneo. È come se Jannik giocasse con un B2. Uguale, non ha proprio chance”.

Poi i due hanno attaccato Shelton: “Sonego ha giocato alla pari con questo simpaticone, membro del club degli scienziati, però ha giocato bene — ha detto Panatta —. Ora ci gioca Sinner in semifinale, ma dove vuoi che vada, almeno ora ha il ruolo di membro onorario del club. Ma poi vorrei fare la disamina di questo giocatore: americano che, al di là del servizio molto buono, forse tra i primi cinque servizi in circolazione, il resto è poca roba. In difesa non sa giocare, in avanti non è risolutivo. Poi magari ogni tanto fa un colpaccio, ma non è uno di quelli che ti preoccupa nell'andamento del match se sei un giocatore solido da fondo campo. Shelton gli fa il solletico". 

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Berrettini, che ha un servizio al livello di Shelton, “poi però ha anche il dritto che è risolutivo, mentre lui (Shelton, ndr) quel dritto non ce l’ha — ha aggiunto Panatta —. La cosa incredibile è che lui, a quel livello lì, quando sbaglia lo fa anche in un metro e mezzo, ha delle palle che vanno fuori proprio di un metro, non è che vanno vicino alla riga. A rete è un po’ acrobatico perché bene o male qualcosa fa. Poi per carità stiamo comunque parlando di un livello alto perché altrimenti non sarebbe in semifinale, però è un giocatore che per vincere contro Sinner dovrebbe fare 50 ace”. Sempre il romano, quindi, ha asfaltato anche Djokovic: “Voglio parlare di quello che voleva ritirarsi al secondo set, ma non ci aveva pensato proprio per niente quello a ritirarsi (ride ndr) — ha chiuso .— Ma il bello è che la gente ancora abbocca, e anche Alcaraz ha abboccato con tutti gli stivali, e ora voglio portare anche per lui la richiesta di ingresso nel club degli scienziati”.

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