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Il capotreno accoltellato dall'egiziano: «Sputi, calci e insulti. Ma quando guarisco torno sui treni». Il racconto di Rosario Ventura

2 giorni fa 1
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Parla Rosario Ventura, 44 anni, il capotreno di Trenitalia aggredito da due ragazzi sul regionale a Rivarolo: «Ieri ero a bordo del treno e, dopo la partenza dalla stazione di Sampierdarena, ho iniziato a fare il mio giro di controlli. Mi sono imbattuto quindi nei due passeggeri sprovvisti di biglietto: il ragazzo usava il telefonino senza considerarmi, mentre la ragazza mi ha detto «Non paghiamo il biglietto, arriviamo a destinazione. Non ci interessa niente». Si è girato quindi anche il ragazzo, ribadendomi: «Sì, noi arriviamo dove vogliamo, faccia pure ciò che vuole, chiami pure la Polizia, noi non paghiamo nessun biglietto». Così Ventura ricostruisce quanto successo, al Tg1.

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«A quel punto ho invitato i ragazzi a pagare il titolo di viaggio, che ammontava a 1 euro e 60. Loro, però, mi hanno risposto di nuovo in modo arrogante, confermando di non voler pagare. Ho deciso quindi di scendere dal treno poi vista la mancata collaborazione dei due passeggeri, sono risalito a bordo. Tornato dai ragazzi, li ho pregati di pagare il biglietto o di scendere. In quel momento la ragazza mi si è avvicinata e ha iniziato a sputarmi addosso mentre il ragazzo ha sputato addosso a una signora che stava prendendo le mie difese - prosegue Ventura -. Mentre verificavo come stesse la signora, la ragazza mi ha rifilato un calcio sulla schiena e uno schiaffo. Ho raggiunto il ragazzo che era sulla banchina e lui mi ha colpito con una testata sulla fronte mentre la ragazza ha continuato a darmi degli schiaffi sul volto, da dietro. A un tratto ho visto che il ragazzo aveva tirato fuori un coltello. Ho deciso così istintivamente di girarmi sul lato sinistro, dove ho ricevuto quattro coltellate: una alla scapola sinistra e tre al braccio sinistro. All'inizio non mi ero reso conto che i fendenti mi avessero colpito, ero convinto che la giacca avesse attutito il colpo e non avevo dolore. Ma ho visto i due ragazzi fuggire e mi sono reso conto che perdevo tanto sangue dalla manica della giacca. A quel punto le gambe non reggevano più, così mi sono accasciato per terra». Dopo lo spavento, ha concluso Ventura «oltre al dolore per le ferite, posso dire che per fortuna non sono stati lesi tendini o organi vitali. Si tratta di ferite che dovrebbero guarire senza conseguenze. E intendo ritornare sui treni dopo la guarigione».

CHI SONO GLI AGGRESSORI

Fares Kamel Salem Alshahhat, il 21enne egiziano che ha colpito con una coltellata al costato Rosario sul treno regionale Genova Brignole-Busalla, all'altezza della stazione di Rivarolo, è stato arrestato. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, Alshahhat era in compagnia di una ragazza minorenne, italiana, di origine nordafricana, denunciata per gli stessi reati.

LA TESTATA E IL COLTELLO

«Ho deciso quindi di scendere dal treno. Nel frattempo, vista la mancanza di collaborazione dei due passeggeri, sono risalito a bordo. Tornato dai ragazzi, li ho pregati di pagare il biglietto o di scendere. In quel momento, quindi, la ragazza mi si è avvicinata e ha iniziato a sputarmi addosso, sul petto per la precisione. Il ragazzo invece si è messo a sputare addosso a una signora che stava prendendo le mie difese. Mentre mi voltavo per verificare come stesse questa signora, la ragazza mi ha rifilato un calcio sulla schiena e uno schiaffo al volto», il racconto di Ventura, che si legge in una nota del Gruppo Fs.

«Sono quindi sceso giù dal treno per raggiungere il ragazzo, nel frattempo sceso sulla banchina. Quest’ultimo, a quel punto, mi ha colpito con una testata sulla fronte, provocandomi una ferita, mentre la ragazza continuava a darmi degli schiaffi sul volto, da dietro. A un tratto, notavo che il ragazzo aveva messo una mano nella tasca, tirando fuori un coltello. Ho deciso così istintivamente di girarmi sul lato sinistro, dove poi ho effettivamente ricevuto quattro coltellate: una alla scapola sinistra e tre al braccio sinistro. All’inizio non mi ero reso conto che i fendenti mi avessero colpito, ero convinto che la giacca avesse attutito il colpo. Ero tranquillo, dal momento che non avvertivo dolore. Nel vedere i ragazzi che nel frattempo fuggivano, ho iniziato a rendermi conto che perdevo tanto sangue dalla manica della giacca. A quel punto, mi sono aperto la giacca vedendo una grande quantità di sangue: le gambe non reggevano più, così mi sono accasciato per terra. È in quel momento che qualche viaggiatore ha chiamato i soccorsi».

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