ARTICLE AD BOX
“Non si sfamano i poveri a suon di parole”. L’ironia di don Maurizio Giaretti, incaricato del Sovvenire, spiega bene quanto siano importanti i fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica.
A cura di 8xmille – Chiesa cattolica 19 giugno 2024 10:00
L’8xmille è il denaro del gettito Irpef che ogni cittadino contribuente, anche chi non fa una dichiarazione dei redditi, può scegliere di destinare a 13 enti tra cui appunto la Chiesa cattolica. La Diocesi di Asti ha ottenuto circa 2 milioni di euro che sono stati destinati alle tre finalità istituzionali: le esigenze di culto, il sostentamento del clero e gli interventi caritativi.
Tre facce di un unico dado. Con questo denaro, infatti, vengono ristrutturati oratori, campanili, organi storici, ma anche retribuiti in parte i sacerdoti che mediamente, e non solo con i fondi dell’8xmille, guadagnano 1000 euro al mese (mentre un vescovo ne prende 1400) e infine sostenuti progetti sociali e caritativi. Un quadro che Gazzetta d’Asti ha ampiamente raccontato e documentato nel segno della trasparenza su cui punta molto il vescovo Marco Prastaro. Insieme di iniziative e di attività che verranno sistematicamente documentate a beneficio di tutti.
Tra i beneficiari dell’8xmille c’è la Caritas Diocesana che grazie a questi fondi porta avanti realtà ormai consolidate.
“I servizi della Caritas diocesana vengono sostenuti dai fondi dell’8xmille attraverso due canali distinti: il riparto a livello diocesano per interventi caritativi e quanto gestito da Caritas Italiana a cui si accede solo con progetti costruiti in risposta ai bandi nazionali – spiega Beppe Amico – referente Caritas diocesana. Nel 2024 Caritas Italiana ha finanziato, per un totale di 170.000,00 euro, con i fondi dell’8xmille i seguenti progetti: Nardos finalizzato a sostenere l’avvio di una sartoria liturgica presso il Santuario della Madonna del Portone e di un laboratorio sociale, strumento di incontro e di socializzazione per persone con diverse fragilità. – Ambulatorio Fratelli Tutti, per potenziare i servizi resi dall’ambulatorio inaugurato lo scorso novembre e gestito dalla pastorale della salute, Non bruciamo la gioventù per promuovere e potenziare la partecipazione dei giovani ai servizi della Caritas, Un tetto per domani per offrire a persone in grave disagio abitativo un appartamento in convivenza e un percorso personalizzato volto a fornire strumento di sostegno per il raggiungimento dell’autonomia, BEN-ESSERE per sostenere servizi a favore dei detenuti, beni materiali per acquisto di generi alimentari da riporre negli scaffali dell’Emporio, Camminare insieme per sostenere il lavoro dei centri di ascolto Caritas nell’accompagnare con una relazione d’aiuto persone in difficoltà. La Diocesi ogni anno sostiene con i fondi dell’8xmille la Caritas diocesana provvedendo alle spese di gestione del centro diurno per i senza fissa dimora Il samaritano, la convivenza autogestita per donne in difficoltà, Le Querce di Mamre, parte delle spese dell’Emporio, l’accoglienza nei diversi appartamenti di persone in difficoltà tra cui un gruppo di persone fuggite dall’Ucraina e i nuclei accolti mediante i corridoi umanitari, le spese di gestione del centro di ascolto della Caritas diocesana e in piccola parte anche dei 20 centri di ascolto Caritas parrocchiali. Il cofinanziamento dei servizi avviene attraverso la partecipazione con progetti a bandi pubblici: è in corso la gestione del progetto “vicini ai lontani” finanziato dalla Regione Piemonte per sostenere il Terzo Settore ed è stato da poco rendicontato il progetto, co-progettato con i servizi sociali del Comune, per il finanziamento di interventi e delle attività per il contrasto alla grave emarginazione adulta e alla condizione di senza dimora con il quale è stato sperimentato un virtuoso modello di housing first. La raccolta di offerte nei tempi forti dell’Avvento e della Quaresima e con l’organizzazione di specifici eventi solidali quali ad esempio le due serate di Bagna Cauda che oltre a realizzare eventi piacevoli sono occasioni di raccolta fondi. Convenzioni con enti pubblici ci consentono di recuperare parzialmente le spese di gestione dell’accoglienza presso la struttura le Querce di Mamre”.
Fonte: Diocesi di Asti
© Riproduzione riservata