Se Juric era curioso di confrontarsi con la grande sorpresa del campionato, questa sera dal Grande Torino uscirà con un altro carico di rammarico: perché i granata se avessero sempre giocato così, o per lo meno con un atteggiamento simile, non avrebbero già terminato di fatto il campionato. Finisce 0-0 tra il Torino e il Bologna che vede la Champions League, mentre i granata ormai l’Europa la inquadrano solo con il binocolo. Avrebbero dovuto vincere per provare a tirarsi su e poi aspettare il risultato del Napoli ad Udine. Ma a questo punto cade anche l’ultimo appiglio: se ne riparlerà l’anno prossimo, forse. Con un nuovo allenatore e, probabilmente, nuovi protagonisti. Dipende da cosa vorrà fare il patron granata Cairo, di nuovo contestato allo stadio, come ormai capita ogni anno di questi tempi, quando le porte per crescere sono ormai tutte chiuse.
Il Torino gioca a viso aperto contro il Bologna, così il primo tempo è piacevole e non si nota la differenza tra le due squadre. Ad andare più vicino al vantaggio è la squadra di Juric che al 18’ costruisce in pochi secondi le migliori occasioni da gol: Sanabria si avventa sul cross di Ilic e con un gran colpo di testa centra l’incrocio dei pali, sulla ribattuta Zapata che tira a colpo sicuro, ma la palla nonostante una deviazione viene respinta in qualche modo da Skorupski. Al 28’ esce Vlasic per infortunio, ma il gruppo di Motta è meno spumeggiante di altre volte e va vicino al gol solo al 38’ con la conclusione di Aebischer dal limite dell’area che sfiora il palo. Lo svizzero ci riprova anche al quarto d’ora della ripresa, ma stavolta trova i riflessi di Milinkovic-Savic. La palla d’oro però capita sui piedi di Ilic al 22’, ma il serbo tutto solo all’altezza del dischetto del rigore si fa ipnotizzare dal portiere. Così, per il Torino che esce tra i fischi è il terzo pareggio consecutivo in casa per 0-0, il nono di una stagione davvero stramba. Adesso, testa e cuore al 4 maggio, ricordato nell’intervallo anche dalla canzone dei Sensounico “Quel giorno di pioggia”.