MILANO: Steven Zhang non torna in Italia da otto mesi. E la sentenza di ieri della Corte d’Appello di Milano non avvicina il viaggio da Nanchino a Milano del presidente dell’Inter. I giudici civili hanno riconosciuto la validità nel nostro Paese della condanna della Corte Suprema di Hong Kong contro Zhang a restituire un prestito di 255 milioni di dollari alla China Construction Bank che, per ironia della sorte, ha i suoi uffici milanesi proprio di fronte alla sede dell’Inter nel quartiere dei grattacieli di Porta Nuova. Con gli interessi fanno circa 300 milioni. Non sono state accolte le eccezioni della difesa di Zhang che parlava di «macroscopiche anomalie» nella pronuncia di Hong Kong. Si avvicina anche la decisione del Tribunale di Milano su un filone parallelo avviato dalla banca cinese che, per avere qualche speranza di rivedere almeno una parte del maxi-finanziamento in assenza di altri beni intestati a Zhang junior in Italia, ha chiesto all’Inter di annullare la delibera con la quale il presidente rinuncia a percepire un compenso.
Una tradizione nella storia della società nerazzurra che, però, ora impatta con le accuse di una maxi-insolvenza internazionale. Dai corridoi del quartier generale nerazzurro fanno sapere che Zhang sarebbe sereno rispetto a questo verdetto e la vicenda non riguarda direttamente l’Inter, ma interessa la proprietà cinese. Stesso discorso per un’altra scadenza che si avvicina rapidamente, quella del rimborso del prestito triennale di 275 milioni di dollari (12% di interessi) concesso dal fondo californiano Oaktree Capital a Suning per finanziare l’Inter in un momento delicatissimo di crisi di liquidità nella primavera del 2021. Il termine è fissato al 20 maggio, quindi tra meno di due mesi. Curiosamente il sostegno economico di Oaktree arrivò nei giorni dello scudetto vinto con Antonio Conte in panchina e potrebbe terminare il suo ciclo in corrispondenza di un altro tricolore nerazzurro, questa volta con Simone Inzaghi che guida la squadra con 14 punti di vantaggio sul Milan. Sarebbe un successo storico con la seconda stella sulle maglie, ma le certezze si fermano alla Pinetina e ai prati degli stadi di Serie A dove Lautaro e compagni stanno dominando.
In assenza del rimborso, apparso improbabile fin dal primo momento, il fondo Oaktree diventerebbe proprietario dell’Inter esercitando il pegno. Non è ancora stata scartata del tutto l’ipotesi di uno spostamento in avanti del termine del pagamento con un incremento del tasso di interesse. Nemmeno i dirigenti dell’Inter hanno informazioni dettagliate sull’andamento delle trattative che si svolgono tra Los Angeles, Londra e Cina. E non chiamano in causa solo la famiglia Zhang visto che ormai sono tanti i soggetti entrati nell’azionariato di Suning in seguito alla crisi degli ultimi anni: istituzioni statali e banche pubbliche. Tra queste, il colosso Citic che negli anni scorsi ha concluso affari con Oaktree ed è stato azionista di minoranza del City Football Group (proprietario del Manchester City) prima di cedere queste quote al fondo americano Silver Lake. Alla finestra ci sono anche Goldman Sachs e Raine Group, advisor scelti da Suning per sondare il mercato americano. Il destino dell’Inter passa da questi giri che sorvolano Milano e riguardano le due sponde del Pacifico più che l’Europa. Con una sentenza che adesso rende ancora più complicato il decollo dalla Cina di Zhang junior rimandato da mesi.