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L'Europa svolta a destra ma nel Regno Unito stravince il centrosinistra: perchè? Gli scandali dei conservatori, la Brexit e il ruolo di Farage

6 mesi fa 8
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Mentre i governi europei compiono la loro virata a destra, l'Inghilterra ha eletto un primo ministro del Labour Party, partito di sinistra, dopo ben 14 anni di governo conservatore. I risultati delle elezioni europee mostrano chiaramente come sul Vecchio Continente stia soffiando un vento di destra: i partiti conservatori e sovranisti hanno ottenuto buoni risultati e vedono crescere i loro seggi.

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Anche negli Stati Uniti si osserva un fenomeno simile, dove, dopo il terribile dibattito tra Biden e Trump, si ipotizza il ritorno del repubblicano. E allora viene da chiedersi, perchè in quello che sembra un quadro omogeneo e unidirezionale, il Regno Unito va in controtendenza e si sposta a sinistra? Quali sono le ragioni?

14 anni fa

L'elezione del laburista sir Keir Starmer arriva dopo quasi tre lustri di governi a guida conservatrice segnati da crisi, scossoni, scandali, lacerazioni interne e cambiamenti di leader, fra responsabilità proprie e conseguenze di terremoti internazionali.

Gli ultimi anni sono stati particolarmente caotici nella politica britannica. Nella legislatura uscente, inaugurata dalla netta vittoria dei Conservatori alle elezioni del 2019, si sono alternati tre primi ministri: Boris Johnson, Liz Truss (per soli 50 giorni) e infine Rishi Sunak.

Gli scandali di Boris Jhonson

I tre anni più pazzi di Downing Street sono quelli della premiership britannica di Boris Johnson, che ricevette l'incarico di formare un governo da "Her Majesty" il 24 luglio 2019. Da allora si è perso il conto delle critiche, degli scandali e delle dimissioni di uomini del suo gabinetto che hanno minato la sua permanenza al numero 10. Scandali sessuali, molestie, casi di corruzione, insabbiamenti e pure il cosiddetto "partygate" che gli costò le dimissioni. Qualche tempo fa sul premier era piovuto il fuoco di fila del "partygate", la rivelazione di tv e tabloid inglesi che hanno mostrato fotografie di Johnson intento a festeggiare con decine di altri ospiti nella sua residenza ufficiale, a Downing Street, mentre in tutto il Paese vigeva l'obbligo di lockdown durante il 2020.

La Brexit

Poi, il bilancio della Brexit, che, come rivelano i dati dell'Ispi, non perdona i conservatori. Promesse non mantenute sull'uscita dall'Unione Europea e, anzi, una perdita di Pil stimata intorno al 4% nel lungo periodo, hanno portato a una disaffezione dell'elettorato nei confronti del partito dei conservatori. Anche perché oggi 2 elettori su 3 pensano che sia stato un errore lasciare l’Ue. Così Starmer, che comunque dà per scontato che la Brexit sia irreversibile, guadagna consensi promettendo di riallineare di nuovo il Regno Unito ad alcuni standard europei. Dal 2016 in poi i dirigenti del partito Conservatore hanno cercato di limitare i danni economici, istituzionali e di immagine provocati dall’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, inasprendo la loro retorica e polarizzando sempre più spesso il dibattito politico: sull’uscita dall’Unione Europea, sull’immigrazione, sul ruolo del Regno Unito nel mondo.

Il ritorno di Nigel Farage

A danneggiare i Tories non è stata solo l’ascesa dei laburisti ma anche il successo dei partiti minori: i Liberaldemocratici hanno più che quintuplicato il numero di seggi ottenendone 71, mentre Reform, la reincarnazione del Brexit Party, ha fatto breccia tra l’elettorato di destra. Nigel Farage, leader del partito euroscettico, all’ottavo tentativo è riuscito a diventare deputato a Westminster, assieme al presidente del partito Richard Tice e altri due candidati. In molte parti del Paese Reform si è piazzato come secondo partito, sottraendo voti ai Tories. In Galles i conservatori non hanno neanche un deputato.

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