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La teoria di Boni Castellane sulle “sgrammaticature” di Cartabellotta e dei “derisori di premi Nobel”

1 mese fa 4
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“Dissimo”, “Tradummo”, “Chiesimo” e altri casi di specie. Impossibile non notarlo, quando a conferire in commissione Covid c’è un esponente di quelli importanti, dal punto di vista dell’influenza sul potere, come il rappresentante di Gimbe Nino Cartabellotta.
Delle evidenze scientifiche che avrebbe dovuto fornire al governo nella prima fase della pandemia se ne è parlato ampiamente, ma il merito delle cose può prescindere dalla sostanza in questo caso specifico?
Detto in altre parole: commozione o pressione permettendo, c’è correlazione tra delle “sgrammaticature” del genere e la figura di un professionista in un ambito in cui nulla è più importante della credibilità?
L’ago della bilancia è come chi faceva il bacchettone in pandemia si è comportato nel triennio del virus, secondo Boni Castellane.
Questo il punto di vista dell’editorialista de La Verità da Stefano Molinari:

“Io vorrei far notare una cosa: è possibile che in determinati contesti particolarmente sotto pressione, alcune persone possano commettere degli errori, anche se così ripetuti e vernacolari. Contesti che caratterizzano un più alto tipo di approccio alla lingua, che di solito non attesta a favore di un altissimo livello culturale, ma questo a livello generale. Certo, magari si può anche dire che un medico che parla un cattivo italiano può essere un bravissimo medico.
Il punto però è un altro, nei due anni della pandemia noi abbiamo visto il sorgere di alcune figure, le cosiddette virostar, che sono state elevate a detentori di verità scientifiche, in base alle quali sono stati limitati fortemente i diritti fondamentali delle persone. Questi provvedimenti sono sempre stati fatti rivendicando una fonte scientifica, tutti i provvedimenti DPCM, le limitazioni, le mascherine, il famigerato Green Pass, l’obbligo vaccinale e tutte queste misure dovevano avere dei fondamenti scientifici e in un certo senso certificati da degli esperti. Questi stessi esperti hanno passato tutto il periodo pandemico a insultare coloro che non erano d’accordo, a prenderli in giro: sta emergendo in tutte le commissioni Covid del mondo, invito tutti a fare caso alle conclusioni della Commissione Covid degli Stati Uniti, molto interessanti. Sta quindi emergendo in tutto il mondo il fatto che per la prima volta i medici, alcuni medici, prima sconosciuti e poi assurti per un paio d’anni a luminari assoluti, insultavano e deridevano coloro che non si trovavano d’accordo con le loro scelte.

Ora, tra questi ultimi c’erano anche dei premi Nobel e sentire persone che hanno insultato e deriso premi Nobel, trovarsi in condizioni un po’ svantaggiate dal punto di vista linguistico (non parlo soltanto del professor Cartabellotta, ma ci sono stati altri esempi illustri di errori d’ortografia banali) crea una dissonanza, una forte dissonanza che è proprio il contrasto tra forma e contenuto di cui mi state chiedendo ora. Questa cosa credo ci debba far riflettere.

In alcuni casi l’italiano scorre bene, in altri invece cade spesso. Diciamo che c’è una correlazione, forse”.

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