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Los Angeles, perché gli incendi? Cosa sta succedendo in California? Così le leggi ambientaliste alimentano le fiamme

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Alcune leggi approvate in California per tutelare l’ambiente hanno contribuito ad aggravare il bilancio dell’incendio di Los Angeles. Da sempre all’avanguardia nelle politiche ambientali, il “Golden State” si è dotato di norme estremamente rigide. Ma nei giorni del grande disastro si è visto come l’ottusità con la quale queste leggi vengono a volte imposte possa creare più danni di quelli che intendevano evitare.

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Il presidente Joe Biden aveva spiegato che gli idranti di Los Angeles erano a secco perché le compagnie elettriche staccano la corrente nelle emergenze, per evitare che i cavi abbattuti creino altri danni. Ma questa è solo una parte della verità. I vigili del fuoco potrebbero rimediare alla mancanza di elettricità utilizzando dei generatori di corrente, se non fosse che i generatori usano combustibili fossili e inquinano l’aria. La California ne ha limitato l’uso a 200 ore l’anno, eliminando di fatto il tempo necessario ai test sui modelli a disposizione. Il Dipartimento Acqua e Energia di Los Angeles ha generatori di riserva, ma sono piccoli per non inquinare e non hanno avuto abbastanza potenza da spostare l’acqua al ritmo con la quale i vigili del fuoco la consumavano. Le agenzie idriche avevano chiesto ai politici un intervento che le esentasse dalle norme sulla qualità dell’aria e tre senatori avevano presentato nel 2020 un disegno di legge in questo senso, chiamato SB 1099. Ha passato un primo esame, poi si è arenato per la contrarietà della Air Pollution Officers Association.

I DANNI

Le compagnie elettriche interrompono la corrente a causa di altre norme, che le ritengono responsabili dei danni eventualmente arrecati in terreni non di loro proprietà sui quali passano cavi e tubazioni. I danni causati finora venivano risarciti dalle assicurazioni (che però stanno lasciando la California, troppo costosa) o da piccoli aumenti mensili sulla bolletta. Dopo che la Public Utility Commission ha però impedito nel 2017 alla San Diego Gas & Electric di recuperare 379 milioni di danni non assicurati con un aumento mensile per sei anni di 1,67 dollari sulla bolletta, le compagnie si sono tutelate decidendo di staccare gli interruttori a ogni emergenza.

Per prevenire il propagarsi degli incendi, era poi abituale bruciare sterpaglie e arbusti, creando zone libere di sicurezza, ma norme sempre più severe fatte approvare dal South Coast Air Quality Management District hanno limitato questa attività perché spargeva particolato fine e fuliggine nell’aria. I privati a loro volta possono fare ben poco. Per spegnere gli incendi di Pacific Palisades avrebbero potuto utilizzare l’acqua delle piscine, ma è impossibile perché i generatori che azionano le pompe inquinano. In California, ha scritto Susan Shelley sul Daily News di Los Angeles, c’è gente che lascerebbe bruciare l’intero Stato, piuttosto che ammettere che un motore a combustione fossile possa salvare la vita delle persone e le loro proprietà. Anche se le leggi sono a volte un po’ assurde, in America con i soldi si possono risolvere i problemi che pongono.

L’ESCAMOTAGE

L’incendio di Los Angeles ha rivelato che nel Paese sono in attività 10.000 vigili del fuoco privati, divisi in più di 250 compagnie, come Wildfire Defense Systems o Allied Disaster Defense. Un abitante di Palisades, rimasto anonimo, ha offerto su X «qualunque cifra» a pompieri privati che fossero accorsi a salvare la sua casa. Li usano con frequenza le compagnie di assicurazione, che preferiscono pagarne il costo piuttosto che dover coprire la perdita di una residenza. Anche Kim Kardashian e Kanye West se ne sono serviti in un incendio di qualche anno fa, salvando la loro villa. I privati arrivano, sono molto professionali, hanno tutto quello che serve e spruzzano gel ignifughi sulle mura e sui tetti. Ci sono molte polemiche sul loro utilizzo, perché aumenta il divario tra ricchi e poveri nella gestione dei disastri. Il costo del loro intervento è mantenuto rigorosamente segreto con una clausola di non divulgazione nei contratti, e si potrebbe chiamarla il patto della vergogna.

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