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Anche per me è giunta l’ora delle decisioni irrevocabili, mi accodo al treno di quanti osano criticare Antonio Scurati. Faccio appello a tutto il mio ardimento e affronto il rischio di essere intruppato nel girone infernale di coloro che lo scrittore, con scarso talento peri neologismi, definisce «giornalsquadristi». Sono i pericoli del mestiere, mi rimetto al giudizio del mio bersaglio: se mi assolverà, mi farà un piacere, se mi condannerà, mi farà un onore. Temo tuttavia che il verdetto fatale sia scontato; neppure gli antifascisti amano le critiche, fedeli al motto ducesco che chi non è con noi è contro di noi. (...)
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