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Non c’è alcun dubbio, con Santiago Gimenez e João Felix il Milan ha deciso di rifarsi il look in attacco per ricominciare la caccia alla prossima Champions League con un nuovo slancio. Il momento infatti non è dei migliori, sia in termini di risultati che di situazione ambientale, e i rossoneri avevano il forte bisogno di un qualcosa che scuotesse la squadra dal momento di crisi.
Ora come ora resta solo da chiedersi se siano state effettivamente delle scelte giuste. Sotto l’aspetto emotivo, la piazza ha decisamente accolto con entusiasmo l’acquisto del messicano ex Feyenoord e del portoghese ex Chelsea, dato il peso dei loro nomi sul piano internazionale e la loro esperienza. Mentre sul tema dei numeri, beh, solo il tempo e le prossime partite potranno darci una risposta definitiva.
Ma nel frattempo, è comunque possibile farsi un’idea, soffermandoci sull’analisi di ciò che già si è potuto vedere di questi calciatori nelle loro precedenti esperienze. E in questo senso, la differenza fra i due profili è netta e evidente.
Prima di entrare nello specifico è necessario ricordare quello che è il contesto nel quale il duo si troverà ad agire: nel corso di questa stagione, il Milan ha segnato un totale di 58 gol (33 in campionato), per una media di 1,7 reti a partita (1,5 in Serie A). La squadra ha dunque mostrato una fase offensiva complessivamente efficace, specie nella globalità della sua manovra. Ma a dispetto di una mole di marcature nel complesso più che discreta, nello specifico i centravanti rossoneri non hanno totalizzato nemmeno 1/4 di queste 58 reti.
I due acquisti principali della scorsa estate, Alvaro Morata e Tammy Abraham, non hanno certamente reso all’altezza delle aspettative. Il primo, ceduto già a gennaio al Galatasaray in prestito fino al 2026 con diritto di riscatto a 8 milioni, ha collezionato solo 6 gol (5 in campionato) in 25 presenze totali. Mentre il secondo, arrivato in prestito secco dalla Roma, ha segnato esattamente lo stesso numero di reti dello spagnolo, ma giocando anche 2 partite in più (27). La situazione non migliora di certo se si guarda a Noah Okafor (1 gol in 17 match; sempre più vicino alla cessione al Napoli come sostituto di Kvaratskhelia), o all’oggetto misterioso Luka Jovic, ancora a secco e chiamato in campo solo in 5 occasioni.
Con quali premesse si presentano allora i due nuovi arrivati, specie in un contesto così apparentemente difficile per i numeri 9?
Santiago Gimenez, bomber di razza alla prima grande occasione in carriera
16 gol in 19 presenze totali in questa prima metà di stagione con gli olandesi del Feyenoord. Davvero non male, specie se si considera l’infortunio alla coscia che lo ha tenuto fuori dal campo per quasi due mesi da fine settembre a fine novembre. Il messicano, arrivato a titolo definitivo per una cifra intorno ai 35 milioni di euro, è salito alle luci della ribalta con la sua ex squadra a suon di prestazioni, culminate nelle 70 reti in 110 presenze con la maglia dei biancorossi. Dal suo arrivo a Rotterdam nel 2022, dopo aver lasciato i messicani del Cruz Azul, ha vinto tutto ciò che era possibile in ambito domestico, portando a casa campionato, coppa nazionale e supercoppa.
Centravanti mobile, abile negli inserimenti e forte nel gioco aereo, Santiago Gimenez è pronto a prendere le redini dell’attacco del Milan, nel quale ha trovato la prima vera occasione di brillare in una big del calcio mondiale. A Roma il suo mancino se lo ricordano ancora molto bene, dopo che insieme al suo ex allenatore Arne Slot (ora al Liverpool) ha calcato più volte il prato dell’Olimpico sia contro la Lazio che soprattutto contro la Roma (l’ultima volta il 22 febbraio 2024, in occasione dei sedicesimi di finale di Europa League proprio contro i giallorossi). Sarà interessante vedere se anche nel resto d’Italia (e d’Europa) sarà in grado di dare il suo contributo. Ma le statistiche permettono ai tifosi milanisti di essere senz’altro ottimisti.
João Felix, l’eterno incompiuto alla ricerca del riscatto
7 gol in 20 presenze col Chelsea, che l’ha acquistato dall’Atletico Madrid solo l’estate scorsa per la cifra imponente di 52 milioni di euro. Già questa prima frase è emblematica delle difficoltà che questo ragazzo sta attraversando da anni, passando ripetutamente da una squadra all’altra senza mai trovare una vera stabilità, anche e soprattutto in termini di prestazioni. Nella prima metà di stagione è partito più volte dalla panchina, continuando a non reggere le aspettative che avevano convinto i Colchoneros a spendere quasi 130 milioni per il suo cartellino nel lontano 2019, quando Joao Felix era ancora il ‘baby fenomeno’ del Benfica.
L’arrivo in prestito oneroso al Milan rappresenta probabilmente l’ultima chance per il portoghese di affermarsi a alti livelli. Rapido, efficace nel dribbling e dal destro educato; le sue qualità sono indubbie, avendo tutti i requisiti per essere una seconda punta più che utile alla causa rossonera. Il lusitano, infatti, dopo aver cominciato la carriera da calciatore giocando come trequartista, col passare degli anni ha spostato sempre più in avanti il suo raggio d’azione, arrivando allo stato attuale nel quale, per associazione, non viene difficile immaginarlo in un’ipotetica formazione vicino al neo collega di reparto messicano.
Joao Felix è senza ombra di dubbio una scommessa, e rispetto all’altro nuovo acquisto offre certamente molte meno garanzie. Tuttavia, la formula dell’operazione cautela comunque il Milan a prescindere da quello che sarà l’esito di questa intuizione sul mercato. La speranza a Milanello è che a fine stagione si verifichino i requisiti non solo di un riscatto del cartellino, ma anche di uno personale e professionale di un giocatore che, a San Siro, viene per ritrovare sé stesso.