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Movimento No Tav: Nicoletta Dosio torna agli arresti domiciliari a Bussoleno

3 mesi fa 1
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Da ieri, domenica 2 giugno 2024, Nicoletta Dosio, 78enne leader del movimento No Tav, è tornata agli arresti domiciliari (o meglio, tecnicamente si tratta di detenzione domiciliare visto che è per scontare una condanna) nella sua casa di Bussoleno. "Il provvedimento - annuncia lo stesso movimento su Facebook - è stato emesso dalla giudice Elena Massucco in seguito alla condanna definitiva per evasione di un anno e nove mesi". I No Tav si danno appuntamento per le 18,30 di oggi, lunedì 3, davanti all'abitazione della loro attivista, per un presidio di solidarietà.

Nel post di Facebook, il movimento fa poi un po' di cronistoria: "Nel 2016 Nicoletta era stata prima costretta all’obbligo di dimora e poi con un aggravamento della misura alla detenzione domiciliare per i fatti del 28 giugno 2015, quando la marcia No Tav ruppe i divieti e fece cadere reti e barriere con l’orgoglio! Nicoletta, ritenendo la misura ingiusta, aveva deciso di violarla ripetutamente, facendo apparizioni pubbliche e sortite in giro per la valle ed in tutta Italia ritornando poi a casa a Bussoleno. Un atto di protesta dimostrativo che aveva assunto toni faceti con le sagome ad altezza naturale di Nicoletta che apparivano in giro per le piazze d’Italia dando seguito alla campagna 'Io sto con chi resiste'. L’iniziativa di Nicoletta aveva creato un cortocircuito nelle aule del tribunale di Torino: il giudice, sconfessando la linea della magistratura (che richiese un aggravamento della misura), aveva affermato che il comportamento di Nicoletta era 'innocuo' perché messo in atto non per sottrarsi alla giustizia, ma per 'sfidarla' parlando di 'non tipicità delle descritte condotte della Dosio'. Il giudice aveva dunque deciso allora oltretutto per la revoca degli arresti domiciliari. In sostanza non si trattava di evasione, ma di una forma di protesta. Mentre alcuni politicanti ritengono che le misure cautelari ai loro colleghi accusati di corruzione siano un’onta, i No Tav subiscono da decenni un utilizzo delle misure cautelari sproporzionato rispetto ai reati contestati, con processi in cui a volte le pene comminate sono inferiori al tempo trascorso sotto misura, se non in complete assoluzioni. La posizione di Nicoletta nel processo rispetto ai fatti di quel 28 giugno 2015, ormai già passato dalla Cassazione, fu ritenuta lievissima. Una posizione che non avrebbe mai giustificato quel tipo di misure e che a posteriori dimostra ancora una volta come la protesta di Nicoletta fosse pienamente legittima. Oggi a 8 anni dai fatti Nicoletta all’età di 78 anni si trova costretta nuovamente ai domiciliari in quello che è un continuo accanimento atto ad intimidire chi lotta e si oppone alla devastazione della propria terra".

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