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Negli ultimi anni la Germania ha dominato chiaramente il panorama europeo degli aiuti di Stato, approfittando di una Commissione europea sempre più remissiva. Pensate che tra il 2020 e il 2022 Berlino ha erogato degli aiuti di Stato per 315 miliardi di euro contro i 164 della Francia e i 100 miliardi dell’Italia. Quindi vuol dire che i virtuosi tedeschi danno tre volte gli aiuti di Stato rispetto agli spendaccioni italiani.
Lo ripeto, loro danno tre volte gli aiuti di Stato che diamo noi. Non solo. Quindi abbiamo un’Unione Europea in cui siamo tutti uguali ma poi c’è qualcuno più uguale degli altri, come in un libro molto noto che parlava di maiali.
Nel solo 2022 la Germania ha stanziato 74 miliardi di euro pari a oltre il 2% del PIB nazionale, mentre l’Italia si fermò a poco più dell’1%. Questo squilibrio è evidente anche nel sostegno della cosiddetta transizione energetica.
Tra le autorizzazioni recenti 4,96 miliardi di euro per le piattaforme di gas naturale liquefatto nel mare del nord, poi ci sono 3 miliardi di euro per il mercato dell’idrogeno, 350 milioni di euro per un impianto di carburante per aviazioni a fonti rinnovabili. Insomma, le regole della concorrenza che un tempo erano rigorose e che per gli italiani erano inflessibili, e adesso sono diventate interpretate. Ciò che era impensabile prima del 2020, quindi quando noi avevamo bisogno di aiuto non si potevano fare deroghe, adesso è una norma perché ne ha bisogno la Germania.
Questo ha frammentato il mercato unico europeo e ha creato dei divari enormi tra gli Stati membri, con quelli più ricchi che sono capaci di garantire dei vantaggi competitivi alle proprie imprese. Insomma, la minaccia di una grave disparità economica è una grave problematica di tenuta della coesione dell’Unione Europea perché il mercato unico è in realtà diventato un sistema disomogeneo e sempre più dominato dalla Germania. Questa è la realtà delle cose, quindi io, come ho detto anche recentemente, spero che questo stato di cose prima o poi svanisca.
Noi non abbiamo avuto nessuna convenienza ad entrare nell’euro, non abbiamo nessuna convenienza a stare in questo regime che è l’Unione Europea, dove noi siamo in realtà trattati in modo dispari, quindi con disparità rispetto alla Germania.
Malvezzi Quotidiani – L’Economia Umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi