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Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha proposto uno scambio: ha detto di essere pronto a consegnare due soldati nordcoreani catturati da Kiev in cambio della restituzione dei prigionieri di guerra detenuti in Russia. Non è detto che i nordcoreani tornino in patria: «Per quei soldati che non desiderano tornare potrebbero esserci altre opzioni disponibili», ha detto Zelensky. Una potrebbe essere rimanere in Ucraina, a patto di dire la verità sulla guerra e su come sono stati reclutati in Corea del Nord. Nelle interviste, mostrate in una clip allegata al post di Zelensky, uno dei due uomini dice di voler tornare a casa, mentre l’altro all’inizio afferma che resterà in Ucraina, ma aggiunge che tornerà in Corea «se necessario». Uno dei soldati catturati dice di che in patria gli era stato detto che avrebbe dovuto partecipare a un addestramento e invece si è ritrovato a combattere in Ucraina.
Un parlamentare sudcoreano ha invece dichiarato che circa 300 soldati nordcoreani sono stati uccisi e 2.700 sono stati feriti. In realtà, il leader della Corea del Nord, Kim Jong-un, non ha mai dichiarato pubblicamente che i suoi soldati stanno combattendo al fianco della Russia, nell’ambito di un accordo di difesa reciproca concordato con Vladimir Putin in giugno. Ed è per questo motivo che il destino dei soldati catturati è incerto. A Seul si ritiene che potrebbero unirsi alle decine di migliaia di nordcoreani che hanno disertato in Corea del Sud.
Le norme
Secondo la costituzione della Corea del Sud, infatti, sono considerati legalmente cittadini: «Il territorio della Repubblica di Corea sarà costituito dalla penisola coreana e dalle isole adiacenti», dice il testo.
Seul non ha mai riconosciuto la Corea del Nord come stato sovrano, considerandola invece un territorio sotto un regime illegittimo, quindi ha l’obbligo legale di proteggerne i cittadini e di accettare i disertori, soldati compresi.
I rischi
Tornare in Corea del Nord per i due militari potrebbe essere pericoloso, e anche per le loro famiglie: visto che il regime non ha mai dichiarato un coinvolgimento diretto nel conflitto potrebbe minacciali per garantirsi il loro silenzio. E ancora: potrebbero anche essere interrogati e puniti per non avere rispettato l’ordine di farsi esplodere in caso di cattura. I promemoria trovati nelle tasche dei soldati deceduti fanno infatti emergere che autorità nordcoreane avevano imposto loro di suicidarsi prima di cadere in mani nemiche.
«Non è chiaro se la Corea del Nord rivendicherà i due soldati catturati come propri, dato il rifiuto di Mosca e Pyongyang di ammettere ufficialmente che le forze nordcoreane sono state inviate in Russia. Allo stesso tempo, la Russia potrebbe rivendicarli come propri e consegnarli alla Corea del Nord dopo che saranno stati scambiati con i prigionieri di guerra ucraini», ha dichiarato Ethan Hee-Seok Shin, analista presso il Transitional Justice Working Group, Ong con sede a Seul. In questo caso i due sarebbero condannati a un destino di prigionia, tortura, o addirittura morte. «La comunità internazionale dovrebbe esortare l’Ucraina a garantire che i soldati nordcoreani non vengano rimpatriati contro la loro volontà», ha aggiunto Shin. Il Sud avrebbe molto da guadagnare accogliendoli: potrebbero fornire informazioni sulla natura del coinvolgimento del Nord nel conflitto. A differenza dei disertori cittadini, che trascorrono anni a pianificare la fuga, è però improbabile che i soldati catturati in Ucraina pensino di vivere tra i loro "nemici" a sud del confine. Anche se potrebbe essere la loro unica possibilità di sopravvivenza.