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Francesco Storace 01 febbraio 2025
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Ma se in Italia c’è il fascismo o suoi derivati, possiamo dire che da Carrara il comunismo non sloggia mai? Mentre si cercano camicie nere immaginarie, provate ad affacciarvi oggi nella città toscana, dove si inaugura un monumento al guerrigliero argentino che risponde al nome di Ernesto Che Guevara. Una realizzazione del genere si trova in Spagna, a Oviedo. La statua è di grandi dimensioni, alta ben 2.15 metri e pesa 13 quintali, in marmo bianco, ovviamente di Carrara: è stata commissionata come opera imponente per celebrare un personaggio non esattamente pacifista.
La senatrice di Fratelli d’Italia Susanna Campione ha criticato con nettezza l’iniziativa, parlando pure di «grande dispendio di risorse anche mediatiche da Anpi e Arci e col patrocinio del Comune»: per l’esponente di Fdi, si tratta di «un affronto alle vittime del comunismo e dei regimi totalitari nel mondo e in particolare in America Latina. Mentre in Venezuela le statue ai dittatori simboli del comunismo vengono divelte e distrutte, in Italia, invece, i nostalgici del comunismo rialzano la testa con indicibile protervia. Un’iniziativa che rende l’idea di quali siano le priorità del cosiddetto mondo progressista: idolatrare figure controverse, sulle quali gli stessi storici si interrogano, ignorando la situazione attuale del continente latinoamericano soprattutto a Cuba e in Venezuela, dove falce e martello sono solo simboli di oppressione. Ai nostalgici del comunismo sotto mentite spoglie come la sindaca Arrighi consiglio invece di dedicarsi con più zelo alla città, visto che l’organico della polizia di Stato a Carrara è completo, valorizzando le forze dell’ordine e magari installando qualche telecamera di sicurezza in più, potenziando anche l’illuminazione stradale, soprattutto alla luce dell’allarmante ed esponenziale crescita dei reati in città».
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Ma alla sindaca e ai suoi compagni interessa solo incassare applausi dall’estrema sinistra, a partire da stamane. L’inaugurazione si svolgerà questa mattina sulla scalinata del Baluardo, situata nei pressi del centro storico cittadino. La statua è stata realizzata dall’artista argentino Jorge Romeo, che l’ha donata proprio a Carrara per sottolineare col suo gesto «il forte legame tra Carrara e le idee incarnate da Guevara», raccontano le gazzette locali. Il progetto celebrativo del “Che” è partito nel 2021 ed è stato portato avanti con una sottoscrizione popolare. A promuovere la realizzazione e la collocazione un comitato coordinato da un esule argentino, Alfredo Helman, e sostenuto immancabilmente da Cgil, Anpi e Arci locali mentre il Comune non ha potuto fare a meno di donare il suo patrocinio. Batte le manine l’assessore alla cultura Gea Dazzi: «Al di là delle molte letture e riletture del personaggio storico, Carrara si farà depositaria del significato più nobile e sempre contemporaneo che il mito di Che Guevara incarna, quello della lotta alle ingiustizie e ai soprusi, quello della libertà dei popoli e della giustizia sociale».
Chissà se da qualche parte, a Carrara, comparirà il suo messaggio violento del 1967, in cui scrisse testualmente: «L’odio come fattore di lotta; l’odio intransigente contro il nemico, che permette all’uomo di superare i suoi limiti naturali e lo trasforma in una efficace, violenta, selettiva e fredda macchina per uccidere. I nostri soldati devono essere così: un popolo senza odio non può distruggere un nemico brutale. Bisogna portare la guerra fin dove il nemico la porta: nelle sue case, nei suoi luoghi di divertimento. Renderla totale. Non bisogna lasciargli un minuto di tranquillità farlo sentire come una belva braccata». È giustamente idolatrato dai centri sociali. E non solo...