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Papa Francesco: «Harris o Trump? Sia abortire che respingere i migranti sono contro la vita: scegliere il male minore»

4 mesi fa 3
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Città del Vaticano - Non appena è arrivato a Fiumicino di ritorno dal lungo viaggio in Asia il Papa ha voluto essere portato davanti alla Salus Populi Romani, l'icona antica conservata nella basilica di Santa Maria Maggiore, per pregare. Sull'aereo, come da tradizione, si è concesso ai giornalisti rispondendo a diverse domande sulla vita della Chiesa, le sue impressioni, e l'attualità. Immancabile la questione sulle imminenti elezioni americane e il confronto tra Kamala Harris e Donald Trump. Gli è stato domandato se per un elettore cristiano è ammissibile sostenere il candidato favorevole alla interruzione della gravidanza. Senza fare mai il nome della Harris, apertamente abortista, né quello di Trump, notoriamente pro life ma contro i migranti, il Papa ha rammentato il valore della libertà di coscienza. Ed è sembrato quasi mandare in soffitta quel documento della Dottrina della Fede firmato dall'allora cardinale Ratzinger che vietava esplicitamente di votare i candidati abortisti. «Nella morale politica, in genere, si dice che non votare è brutto, non è buono. Si deve votare. E si deve scegliere il male minore. Chi è il male minore, quella signora o quel signore? Non so, ognuno in coscienza pensi e faccia questo» ha risposto Bergoglio, riprendendo subito dopo l'argomento. 

«Sono contro la vita sia chi scaccia i migranti, sia quello che uccide i bambini.

Io non sono statunitense, e non andrò a votare ma non garantire ai migranti accoglienza e possibilità di lavorare resta un peccato grave per chi è cristiano”. Il pensiero è andato all'emozione che provò in Messico, al confine con gli Usa, agli inizi del suo pontificato, in uno dei suoi primi viaggi. “La migrazione è un diritto che già c’era nella Sacra Scrittura, nell’Antico Testamento, una cosa che non bisogna dimenticarla. Quanto all’aborto, è la scienza a dire che al mese dal concepimento ci sono tutti gli organi di un essere umano. Tutti. Fare un aborto significa quindi uccidere un essere umano. La parola non può piacere ma vuol dire ammazzare. La Chiesa non permette l’aborto perché uccide. È un assassinio».

Guerre e geopolitica

Il discorso si è spostato poi alla geopolitica e alle guerre che insanguinano il mondo. È addolorato per il rischio di estensione del conflitto di Gaza alla Cisgiordania. «Io chiamo la parrocchia di Gaza tutti i giorni, lì dentro ci sono seicento persone, cristiani, musulmani, ma vivono come fratelli. Mi raccontano cose brutte, cose difficili. Io non posso qualificare se questa azione di guerra sia troppo sanguinaria o no, ma per favore, quando si vedono i corpi di bambini uccisi, quando per la presunzione che lì ci siano alcuni dei guerriglieri si bombarda una scuola, è brutto. A volte si dice che si tratta di una guerra difensiva, ma credo sia una guerra troppo, troppo…» Ha ringraziato poi il re della Giordania per quello che fa, ribadito la validità del percorso che sta facendo il Vaticano con la Cina. Molto più cauto, invece, sulla devastante crisi venezuelana che dice di non avere seguito a sufficienza e di non avere i dettagli. Sul tema dei viaggi prossimi ha confermato Bruxelles la prossima settimana e finalmente sciolto il dubbio se andare o meno a Parigi a celebrare la messa il giorno della riapertura di Notre Dame dopo l'incendio. Alla fine ha scelto di restare a Rome per l'8 dicembre nonostante avesse fatto capire ad una giornalista francese sul volo di andata che era orientato a non mancare all'appuntamento. Per quanto riguarda il viaggio in Argentina - magari facendo scalo alle Canarie, si limita a dire che ci sono cose da aggiustare. «Io penso un po’ di andare alle Canarie, perché lì ci sono situazioni di migranti che vengono dal mare e vorrei essere vicino ai governanti e al popolo».

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