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LATINA - Le urla hanno squarciato la notte della periferia Est di Latina. Qualcuno tra i residenti di strada Piccarello ha acceso le luci, guardato dalle finestre delle ville e ha capito cosa stava accadendo, chiamando immediatamente il numero unico per l'emergenza.
Sì, perché quella dell'altra notte è stata una tragedia annunciata. Era una giovane donna ad aver urlato disperata, aggredita da cani feroci. La stessa scena di pochi giorni prima, quando i cani, quattro, avevano assalito il proprietario della casa disabitata e la sua fidanzata. Ma a loro era andata bene.
Domenica notte è successo di nuovo, ma con conseguenze tragiche: Patricia Dineo Masithela, ventisei anni di origine sudafricana, da una vita a Latina e con una parentesi a Sezze, madre di un figlio di cinque anni, è morta in ospedale per le gravissime ferite provocate dai cani.
Il dramma poco dopo le 3 della notte fra domenica e lunedì in strada Piccarello, al numero 12, alle porte Latina, a neanche 500 metri di distanza dalla rotonda che porta su via dei Monti Lepini. A lanciare l'allarme sono stati i vicini di casa, i quali hanno sentito le urla della donna. Sul posto sono immediatamente arrivate le pattuglie della squadra Volante della questura pontina, accompagnate da un'ambulanza del 118. Una volta giunti davanti al cancello dell'abitazione, agenti e personale sanitario si sono trovati davanti una scena agghiacciante. La ventottenne, infatti, era a terra, si lamentava ed era coperta di sangue dalla testa ai piedi.
Chiedeva aiuto ma era impossibile entrare nel giardino di quella villa. I quattro cani ringhiavano come impazziti. A quel punto per permettere l'intervento dei soccorsi uno dei poliziotti ha dovuto esplodere alcuni colpi di pistola. I primi in aria. Poi due dei pitbull sono stati colpiti: uno è morto, un altro è rimasto ferito.
A quel punto la giovane è stata soccorsa, caricata in ambulanza, e trasportata d'urgenza all'ospedale Santa Maria Goretti. I medici hanno tentato di salvarle la vita. Ma le ferite erano troppo gravi e la donna aveva perso troppo sangue. Patricia Masithela è morta poco dopo.
Sull'aggressione fatale è stata aperta una inchiesta. E' emerso che quei cani, pitbull e molossi, lo scorso sabato notte, avevano azzannato un'altra donna, che anche lei si era recata nottetempo in quella villa un po' spettrale. In quel caso, tuttavia, in casa era presente anche il proprietario, si è appreso poi, il suo fidanzato. In quel caso l'uomo è riuscito a bloccare gli animali in tempo ma era stato morso anche lui. Entrambi erano stati portati in ospedale, ma con ferite meno gravi di quelle costate la vita alla ventottenne l'altra notte.
Quell'episodio però ha portato a una segnalazione al servizio veterinario della Asl che si era recato sul posto senza però prendere provvedimenti nei confronti dei cani, non è chiaro se perché era stato impossibile accedere all'interno della villa o perché la situazione era stata comunque ritenuta sicura. Adesso però, dopo la morte della ragazza, anche questo particolare andrà chiarito.
L'AGGRESSIONE
Quanto al proprietario, Luca D., 40 anni, italiano, con diversi precedenti penali ieri è stato cercato a lungo dai poliziotti del questore Fausto Vinci. Alla fine è stato denunciato alla Procura della Repubblica per omicidio colposo. Non solo è il proprietario della casa ma i cani sono di sua proprietà, come attestano i microchip. Uno degli animali, come detto, è stato abbattuto dai poliziotti la sera stessa dell'aggressione. Un altro è stato ferito. Altri due erano riusciti a scappare ma sono stati catturati uno ieri mattina e l'altro ieri pomeriggio.
La casa nel frattempo è stata posta sotto sequestro. In zona la conoscevano tutti. Un po' perché in una strada dove affacciano ville di lusso con piscine e giardini curati, quell'immobile spiccava per l'incuria. Da tempo non ci viveva nessuno, ma le visite notturne - ammette qualcuno dei vicini - erano frequenti ew poco chiare. Nel giardino ci sono cumuli di spazzatura, uno scooter buttato a terra, disordine ovunque. Sul cancello il cartello attenti al cane e accanto adesso anche i sigilli dell'autorità giudiziaria.
Patricia aveva alle spalle una relazione dalla quale era nato un figlio (oggi di 5 anni), lavorava come barista e «sognava di fare la modella di cantare», il racconto degli amici.
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