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Per adesso era una palla di neve. Rischiava però, di diventare una valanga. Negli ultimi due anni un migliaio di lavoratori e lavoratrici andati in pensione con sistemi calcolo penalizzanti dell’assegno, si sono accorti che, grazie a una vecchia norma del lontano 1974, potevano farsi riconteggiare l’importo mensile con i criteri molto più vantaggiosi riservati ai lavoratori dipendenti. Una sorta di “bug” del sistema previdenziale che, alla lunga, sarebbe potuto costare allo Stato centinaia di milioni. Un comma della manovra approvata definitivamente ieri, e passato del tutto inosservato, il 172, ha messo fine alla pratica utilizzata soprattutto dalle lavoratrici che negli anni scorsi hanno lasciato il lavoro usando lo scivolo di Opzione donna e da alcuni lavoratori autonomi. La legge del 1974 in sostanza, dava la possibilità a chi avesse gli stessi requisiti previdenziali dei lavoratori dipendenti, di accedere al loro meccanismo di calcolo della pensione. Così, per esempio, una lavoratrice uscita con Opzione donna e con un conteggio solo contributivo dell’assegno, una volta raggiunti i 67 anni di età poteva farsi ricalcolare l’importo usando il sistema di calcolo “misto” con un incremento dell’assegno di circa 300 euro al mese. Più che uno scivolo penalizzante verso la pensione, Opzione donna rischiava di diventare una sorta di “ponte”. Ma questa possibilità di ricalcolo è stata ora definitivamente chiusa con l’abolizione della vecchia legge del 1974.