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Una dipendenza dai social e un profilo Instagram per organizzare gli incontri. Poi un appuntamento che si è trasformato nel peggiore degli incubi. Sarebbe questo il contesto nel quale si è consumato l’abuso ai danni di una ragazzina di 16 anni, che lo scorso agosto ha denunciato di essere stata aggredita e abbandonata in mezzo alla strada da due giovani conosciuti online. Dopo tre mesi di indagini, sono stati arrestati nei giorni scorsi un 17enne e un 18enne che devono rispondere del reato di violenza sessuale di gruppo su una minorenne. I due, infatti, avrebbero concordato con la giovane una somma di denaro in cambio di prestazioni sessuali, decidendo poi di assalirla e violentarla quando lei ha preferito di tirarsi indietro.
LA RICOSTRUZIONE
L’agghiacciante episodio è avvenuto a Riccione, dove la vittima e i presunti aggressori avevano deciso di incontrarsi dopo essersi sentiti su Instagram. Su questa piattaforma, infatti, pare che la giovane avesse un profilo che utilizzava per conoscere i ragazzi e comunicare i tariffari degli incontri a pagamento. Una sorta di “vetrina”, dietro alla quale si sarebbe celato però un disagio ben più profondo. Subito dopo la diffusione della notizia dell’aggressione, infatti, l’avvocato della famiglia era intervenuto descrivendo la 16enne come una ragazza «molto fragile» con una vera e propria dipendenza dai social network per la quale era anche seguita da tempo dai servizi sociali. Sarebbe stato a causa di questo «problema», dunque, che la giovane aveva deciso di incontrare i due ragazzi, senza poter immaginare ciò che sarebbe accaduto a quel maledetto appuntamento. Tanto che, secondo quanto ricostruito, aveva detto ai genitori che sarebbe tornata di lì a breve. Poi, intorno all’1.30, quella chiamata al 112 nel quale raccontava lo scenario peggiore.
Al telefono con l’operatore la 16enne si era mostrata sconvolta e in stato confusionale, probabilmente anche a causa delle sostanze che i suoi aggressori le avrebbero fatto assumere. Però aveva avuto la lucidità di lanciare l’allarme e raccontare che, sebbene non avesse alcun ricordo di ciò che era accaduto nelle ore precedenti, aveva l’orrenda sensazione che qualcuno le avesse fatto del male. Sapeva soltanto che quei due ragazzi, con i quali aveva concordato l’incontro, a un certo punto l’avevano fatta scendere dalla macchina e abbandonata in strada con forti dolori. Oltre ai carabinieri, sul posto eran intervenuto anche il personale medico-sanitario del 118, che aveva accompagnato la giovane in ospedale, dove i medici hanno accertato gli abusi, riscontrando anche l’assunzione di hashish. A quanto emerso dalle indagini, i giovani l’avrebbero aggredita dopo che lei aveva cambiato idea sulle prestazioni concordate, decidendo di tirarsi indietro e rifiutandosi di proseguire. I ragazzi, a quel punto, l’avrebbero costretta ad assumere cannabinoidi per renderla meno reattiva e poi, minacciandola, sarebbero passati alla violenza sessuale. I ragazzi, che sono accusati anche di spaccio, si sarebbero inoltre premurati di cancellare dal cellulare della 16enne tutte le chat che avrebbero potuto consentire di risalire a loro.
IN CARCERE
Il fascicolo di indagine del pm di Rimini Davide Ercolani era stato aperto inizialmente a carico di ignoti, ma in breve tempo investigatori e inquirenti sono arrivati all’identità dei presunti aggressori, anche grazie alle telecamere di sorveglianza che avevano consentito di individuare l’auto sulla quale la vittima era stata fatta salire. Tra gli indizi a loro carico, anche il Dna trovato addosso alla vittima e risultato compatibile con quello dei due ragazzi.
Le misure cautelari sono state eseguite ieri su richiesta della Procura di Rimini e della Procura dei Minorenni di Bologna, che procede per il 17enne. I due sono stati portati rispettivamente nel carcere di Rimini e in quello minorile di Bologna, in attesa dell’interrogatorio di garanzia. «I genitori dicono che la figlia è cambiata da quando ha avuto in mano il cellulare», aveva spiegato ai giornali locali Aldo Pancini, l’avvocato della famiglia. «Passa ore sui social e questo l’avrebbe indotta anche ad avere comportamenti al limite, a isolarsi dagli altri e ad avere un rapporto conflittuale con la famiglia».