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Era uscito di casa, domenica sera, poco prima delle 20, salutando i genitori e dicendo loro che andava a guardare la partita di calcio Roma-Napoli con un amico a Testaccio. E nel quartiere, dove pure lo scorso 23 gennaio un altro minorenne per dinamiche molto diverse e lontane è stato accoltellato, è rimasto vittima di una tentata rapina. Così, almeno ha raccontato alla polizia che sta indagando sul caso. Chi l’ha colpito hanno detto dalla procura «lo ha fatto per uccidere». Tommaso, (il nome è di fantasia) 15 anni, il volto da bravo ragazzo è stato colpito all’addome e al torace da una coppia di uomini (o ragazzi come lui?) mentre gli stessi provavano a portargli via quei pochi averi che un ragazzino ha con sé. Senza per altro riuscirci. Poi i colpi sferrati in una manciata di secondi, gli aggressori che scappano e lui che fugge.
LA RICOSTRUZIONE
Viene trovato poco prima delle 21, dolorante, appoggiato a un’auto in via Baccio Baldini. Strada secondaria, defilata, poco frequentata o mal frequentata (a seconda degli orari e dei giorni), traversa di via Ettori Rolli. Prima di perdere i sensi trova il tempo di inviare la posizione al padre che si precipita sul posto trovandolo in un lago di sangue con alcuni passanti che gli prestano soccorso. In quella strada arriva anche la polizia e il ragazzo, prima di essere trasferito d’urgenza e in codice rosso all’ospedale San Camillo, dirà agli agenti di essere stato vittima di una tentata rapina. Firmata da chi? Da due persone. Uomini e nordafricani sempre secondo la descrizione fornita dalla vittima e ribadita ieri mattina dal letto dell’ospedale agli agenti della Squadra Mobile che lo hanno ascoltato a sommarie informazioni. Gli aggressori sono ancora ricercati mentre la Procura ha aperto un fascicolo per tentato omicidio e rapina.
Una volta giunto in ospedale, Tommaso è stato subito portato in sala operatoria: l’intervento durato più di due ore si è concluso con l’asportazione della milza. Una delle ferite inferte aveva compromesso a tal punto l’organo che i chirurghi non hanno potuto far altro se non rimuoverlo. Ma fortunatamente le sue condizioni non destano preoccupazione tanto che è stato trasferito in reparto senza transitare per la Terapia Intensiva. Le indagini della Squadra Mobile sono in corso: è il secondo minore accoltellato su cui l’ufficio sta lavorando in meno di due settimana. Al setaccio diverse telecamere di una zona ampia nella speranza di trovare qualche immagine utile. Intanto la famiglia del 15enne si è chiusa in un profondo silenzio: i genitori stravolti di fronte al pronto soccorso dell’ospedale, domenica sera, ripetevano: «Era uscito solo per andare a vedere una partita».
GLI AMICI
Lo sgomento e la preoccupazione si fa largo anche nell’istituto professionale frequentato dal giovane. All'uscita di scuola ieri non si parlava d'altro. Radunati in piccoli gruppi gli studenti commentavano, increduli, quanto accaduto al compagno. Non se ne capacitavano, così come non se ne capacitavano i condomini della villetta del quartiere Garbatella dove il giovane vive con i genitori e la sorella. «Una vicenda che lascia attoniti. Incredibile pensare che oggi chiunque possa girare con un'arma e provare ad uccidere anche un giovane come lui, un ragazzo che proviene da una famiglia per bene», commentava una donna di 83 anni che da sempre vive nel palazzo e conosce bene i genitori del ragazzo. Tutti lo descrivono come «un giovane tranquillo e sorridente». «Una vera tragedia, a quell'età iniziano a fare le prime uscite da soli e poi succedono queste cose. Assurdo», aggiunge un'altra vicina di casa. Stupore anche in via Baldini, dove Tommaso è stato trovato. «Stavo tornando a casa dopo essere stata al supermercato quando ho visto questo ragazzo a terra - dice Elena, una residente - c’erano già due persone che lo stavano soccorrendo e allora io ho chiamato prima il 112 e poi il 118. In circa cinque minuti è arrivata un’ambulanza che l’ha portato via. Abito qui da 20 anni e sto iniziando a pensare di andarmene perché non si vive più. Sono preoccupata per i miei tre figli. Uno è quasi coetaneo del giovane aggredito e capita spesso che anche lui torni a casa da solo. La zona è diventata piena di barboni e di nomadi che creano problemi. Con il tempo la stazione Trastevere è sempre più simile a quella di Termini. Noi residenti non ci sentiamo più sicuri».
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