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Da sopravvissuta al massacro di Hamas a popstar chiamata a rappresentare il suo paese, Israele, sul palco dell’Eurovision Song Contest 2025, cantando davanti a 160 milioni di spettatori. È la storia di Yuval Raphael. Il 7 ottobre 2023 c’era anche lei tra i ragazzi israeliani che stavano ballando al Supernova Festival, il rave nella foresta di Re’im, nel sud di Israele, prima che i razzi lanciati da Gaza cominciassero a piovere dal cielo e i miliziani di Hamas cominciassero a sparare, facendo una strage.
IL RIFUGIO
Quella mattina Yuval Raphael, 24 anni, scappò insieme ad alcune amiche e ad altri ragazzi dal luogo del massacro, trovando rifugio in una struttura. Ma quel rifugio presto si trasformò in una trappola. Quando i terroristi li scoprirono, fecero fuoco anche lì dentro, colpendo tutto ciò che gli capitasse a tiro. Lei riuscì a sopravvivere nascondendosi sotto al cadavere di uno dei 360 ragazzi uccisi al rave (altri 40 furono presi in ostaggio): «Mi sono nascosta sotto un corpo, era ricoperto di sangue, mi sono sporcata con quel sangue», ha ricordato. Mercoledì sera, a distanza di un anno e tre mesi dalla tragedia, Yuval Raphael ha vinto il reality Hakochav Haba - in inglese Rising Star - con il quale Israele sceglie il proprio candidato all’Eurovision e a maggio volerà a Basilea, in Svizzera, che quest’anno ospiterà la kermesse canora. Dal 13 al 17 maggio porterà sul palco della St. Jakobshalle, l’arena da 12 mila posti che ospiterà la manifestazione, condotta da Michelle Hunziker insieme alla comica Hazel Brugger e all’attrice e cantante Sandra Studer, la sua storia.
LA CANZONE
Il brano è ancora da selezionare, ma c’è da scommettere che conterrà allusioni, seppur non esplicite, alla sua esperienza. Non esplicite perché, da regolamento, i testi delle canzoni in gara all’Eurovision non possono contenere riferimenti diretti a politica, religione o tematiche controverse e devono essere in linea con lo spirito della kermesse, cioè quello dell’inclusione e della lotta a qualunque tipo di discriminazione. Che è il motivo per il quale proprio lo scorso anno la cantante israeliana Eden Golan - che a Malmo fu contestatissima - per partecipare all’Eurovision fu costretta a togliere dalla sua October Rain (“pioggia di ottobre”: un riferimento proprio all’attacco missilistico) ogni allusione all’attentato: il titolo stesso del brano fu modificato e diventò Hurricane. Mercoledì, prima della finale del reality show della tv israeliana, vinto con una rilettura intimista di Dancing Queen degli ABBA che ha dedicato «a tutti gli angeli» assassinati al Supernova, Yuval ha detto: «Non cerco pietà. La musica è una delle cose più importanti nel processo di guarigione».
LA GARA
Ha vinto la gara battendo diversi artisti, inclusi la famosa cantante arabo-cristiana Valerie Hamaty e Daniel Wais, cantautore il cui padre è stato assassinato il 7 ottobre e la cui madre è stata rapita e uccisa durante la prigionia. Nata a Ra’anana, nei pressi di Tel Aviv, prima del massacro del 7 ottobre 2023 aveva prestato servizio militare nelle forze di difesa israeliane come combattente in diversi punti di attraversamento vicino a Gerusalemme. In questi quindici mesi trascorsi dalla tragedia la cantante ha raccontato in tutto il mondo quelle ore interminabili trascorse dentro il rifugio-trappola, nascosta sotto ai cadaveri, parlandone pure al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite lo scorso marzo: «Ho assistito a orrori indicibili: amici e sconosciuti sono stati feriti e uccisi davanti ai miei occhi. Devo la mia vita a quei ragazzi che non potevano più proteggere se stessi perché erano stati uccisi, ma con il loro corpo hanno salvato me».