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«Amo la vita, ma da troppo tempo la mia non è più una vera vita. La malattia mi ha resa prigioniera di un corpo che non mi risponde più». Vittoria (nome di fantasia), una donna di 72 anni affetta da sclerosi multipla progressiva da 20 anni, è morta nelle scorse settimane nella località dove viveva, in Veneto, a seguito dell'autosomministrazione di un farmaco letale fornito dal Servizio sanitario nazionale.
IL MESSAGGIO
Ha scritto le sue ultime parole sapendo di poter porre fine alle sue sofferenze. Parole di un dolore a consapevole: sapeva che, malgrado la sua malattia non le permettesse di fare le cose più elementari, come camminare, la sua vita era comunque tornata a essere nelle sue mani. Era padrona del proprio destino; e da donna malata ha scelto di morire. Dopo un'attesa di 8 mesi dalla richiesta, Vittoria è diventata la quinta persona in Italia (e la seconda in Veneto) ad accedere legalmente al suicidio assistito, in conformità con la storica sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale sul caso "Cappato/Antoniani".
La procedura è stata seguita con l'assistenza del Servizio Sanitario Nazionale, che ha fornito il farmaco necessario e tutte le attrezzature richieste.
«Dipendo dagli altri per ogni piccola azione, anche solo per grattarmi il naso - ha scritto nel messaggio di commiato - Nei sogni, io cammino ancora. Ho sempre amato camminare. Ma ora sono troppo stanca di svegliarmi ogni mattina e affrontare questa tortura costante. Desidero solo liberarmi e trovare finalmente la pace».
LA TRAFILA LEGALE
La richiesta iniziale di verifica delle condizioni di "Vittoria" era stata presentata il 21 marzo 2024. Dopo diversi solleciti legali, il 22 novembre 2024 è arrivata la conferma finale che attestava la presenza dei requisiti stabiliti dalla Corte Costituzionale, incluse le modalità di autosomministrazione e la disponibilità delle forniture necessarie.
Nonostante l'azienda sanitaria del suo territorio non abbia trovato medici pronti a supportare direttamente la procedura su base volontaria, Vittoria è stata assistita dal dottor Mario Riccio, anestesista e consigliere generale dell'Associazione Luca Coscioni. Il dottor Riccio è noto per aver accompagnato Piergiorgio Welby nel 2006 e, più recentemente, "Gloria", una paziente oncologica veneta che ha ottenuto il suicidio assistito nel 2023.
L'udienza prevista per dicembre 2024 per il ricorso d'urgenza di "Vittoria" non è stata più necessaria, poiché l'azienda sanitaria ha adempiuto a tutti gli obblighi previsti.