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Susanna Recchia, il papà degli altri 3 figli è un poliziotto che ha partecipato alle ricerche. L'ex compagno Mirko De Osti: «Sono distrutto»

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«Sono un uomo distrutto. Non trovo le parole. Grazie per l’affetto e la vicinanza». Sono le poche frasi che Mirko De Osti è riuscito a pronunciare al telefono con il parroco di Miane. L’uomo, ex compagno di Susanna Recchia e papà della piccola Mia, è disperato. Catapultato all’improvviso nel peggiore degli incubi, senza la possibilità di risvegliarsi perché purtroppo è tutto tragicamente vero. Per più di 24 ore il meccanico di Miane aveva sperato che l’ex compagna avesse risparmiato almeno la loro figlioletta dai suoi propositi di morte. La bimba di 3 anni soffriva di epilessia e il fatto che la 45enne avesse portato con sé i farmaci salvavita avevano lasciato aperto un piccolo spiraglio. Da qui gli appelli caduti nel vuoto, le preghiere, le speranze, le ore di angoscia scandite dalle ricerche. «Spero di ritrovare viva almeno la bambina. Non riesco a pensare ad altro» diceva Mirko sabato pomeriggio, mentre i soccorritori battevano palmo a palmo la zona del Piave. Le ultime speranze si sono spente ieri mattina, attorno alle 10, quando l’elicottero dei vigili del fuoco impegnato in un sorvolo sul Piave ha avvistato i due corpi, abbracciati.

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FIGLI DA TUTELARE

Mentre parte della famiglia tra cui la sorella Debora, era impegnata nel terribile compito di riconoscere le salme, il cognato si è “trincerato” nella villetta di via Panoramica, a Miane, insieme agli altri tre figli di Susanna, nati dalle prime nozze. Cellulari spenti, tv e internet staccati per evitare che apprendessero la terribile notizia dai media. Tra quelle quattro mura c’erano una bambina e due ragazzini appena rimasti senza mamma e senza la sorellina più piccola. «Dobbiamo capire come dirglielo, stiamo aspettando la psicologa e il papà - diceva lo zio dal giardino dell’abitazione - sono momenti terribili, capiteci». Una pattuglia della polizia stradale è rimasta a presidiare l’abitazione per tenere i figli e l’intera famiglia al riparo dai riflettori. La vicenda, peraltro, tocca gli agenti da vicino visto che il papà dei tre figli più grandi di Susanna è un loro collega poliziotto. Anche lui, rimasto in buoni rapporti con Susanna, ha seguito le ricerche, sperando in un epilogo diverso. La donna aveva ritrovato l’amore cinque anni fa e dalla relazione con Mirko era nata la piccola Mia, che soffriva di epilessia. Ma anche quella storia era arrivata al capolinea: i due si erano lasciati circa un mese fa. «Ci stavamo separando perché le cose fra noi non andavano tanto bene - ha spiegato sabato Mirko -. Ma non avrei mai immaginato una cosa del genere, altrimenti non le avrei mai lasciato la bambina».

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COMUNITÀ SOTTO CHOC

La tragedia ha lasciato sotto choc la comunità di Miane e la Marca intera. «Silenzio, preghiera e discrezione»: questo invocano i poco più di tremila abitanti di fronte alla storia straziante che ha travolto una delle loro famiglie. «Abbiamo sperato fino all’ultimo in un esito diverso. La nostra comunità è molto scossa, siamo un paese piccolo e ci conosciamo tutti - dice la vice sindaca Gloria Recchia -. Questa tragedia ci interroga a fondo: si cerca sempre di intercettare le difficoltà ma non è mai abbastanza. Siamo vicini alla famiglia e a disposizione per qualsiasi cosa, a partire dal supporto psicologico per i tre figli. Provvederemo a tutto quello che serve». Nessuno punto il dita contro Susanna, anzi, in tanti si stanno chiedendo se fosse possibile fare di più, intercettando i segnali del suo disagio. Ieri pomeriggio la comunità si è stretta in una veglia di preghiera a cui hanno partecipato anche alcuni compagni di classe del figlio più grande, che è in terza media. «Dobbiamo fare scudo attorno a questi tre ragazzi - dice Sonia, una parrocchiana - facendo sì che crescano comunque serenamente nel ricordo della loro mamma».

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