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C’è chi lo considera un irrimediabile cinico, chi un conduttore verace e sincero. Strafottente, ironico, veterano della tv generalista con una vita privata da romanzo (un fratello italo-pakistano, un passato in orfanotrofio, una figlia con l’ex velina Thais Wiggers), Teo Mammuccari - il conduttore pop di programmi corrosivi come Le Iene, Libero, Veline e Velone - a 60 anni tondi ha cambiato pelle. Almeno per un po’. Tornato in Rai per condurre sulla seconda rete Lo Spaesato, lo show “buonista” girato nei teatri di provincia, conclusosi un mese fa (ultima puntata, 6,70% di share: ci sarà una seconda stagione), da oggi è in tour a teatro con lo spettacolo Appuntamento al buio, stasera a Latina e poi nel resto d’Italia (a Milano l’8 gennaio, a Roma il 22, chiusura a Napoli il 18 aprile). Un monologo ironico e intimo in cui il presentatore più sfrontato e disincantato della tv parla, a modo suo, d’amore.
Perché questo titolo?
«Perché quando incontri una persona e a un certo punto pensi di conoscerla abbastanza bene per costruirci una famiglia, in realtà stai scommettendo su un appuntamento al buio. In questo spettacolo racconto la coppia: dal mio punto di vista e da quello scientifico».
In che senso?
«Lo dicono i numeri. In questo paese si celebrano ogni anno 97 mila matrimoni e 98 mila separazioni. Siamo in un momento catastrofico dal punto di vista matrimoniale e sessuale: con questo spettacolo cerco di aprire gli occhi ai giovani. Non basta stare bene con una persona per decidere di costruirci qualcosa».
C’è qualche riferimento alla sua vita privata?
«C’era già molto di me nel mio spettacolo Sarà capitato anche a voi. Ormai, sulla mia storia (la separazione burrascosa dalla compagna, ndr), ho imparato a riderci sopra. E poi, visto che i comici non possono più toccare nessun argomento, allora parlo di me. Così non si offende nessuno».
Torna cinico?
«Non è essere cinici. È avvertire: se ti sposi a 19 anni e fai subito un figlio senza nemmeno sapere cosa sia un mutuo, è facile che tu finisca nei guai».
Ci sarà una seconda stagione dello “Spaesato”?
«Sì, otto puntate a maggio».
Si aspettava tanta fortuna per il suo nuovo programma?
«Non chiamiamola fortuna. Quando ho lasciato Maria De Filippi (Tu si que vales, ndr) e Le Iene mi hanno detto che ero impazzito: e me lo hanno detto anche persone che avevano parlato male per trent’anni di Berlusconi, e poi si sono accomodati sulle sue poltrone. Ho lasciato programmi grazie ai quali ho guadagnato molti soldi perché avevo bisogno di fare cose nuove. Anche col rischio di non lavorare più. Mi hanno voluto per un programma nuovo e difficile, ho accettato la scommessa. La fortuna ha accompagnato l’audacia».
La sua collega Belén Rodriguez se n’è andata al Nove. Che ne pensa?
«Non voglio parlare dei miei colleghi. Però se vuole dico una cosa su Amadeus».
Prego.
«Se Fabio Fazio o Fiorello si spostano su un’altra rete si portano dietro il pubblico perché sanno fare delle cose uniche, si producono in performance che solo loro sono in grado di fare. E lo zoccolo duro li segue. Amadeus è un conduttore istituzionale, alla Carlo Conti: se si sposta, perde. Perché quello che fai tu, lo può fare anche un altro. Lasciare la Rai per andare dall’altra parte (sul Nove, ndr) è come lasciare l’Inter per andare a giocare nella Maccarese, senza sapere che il pubblico della Maccarese non viene a vederti a meno che tu non sia Maradona».
Quindi è stato un errore cambiare rete?
«Per me sì. Poi lui è bravissimo e sarà in grado di ricominciare da zero. Ma l’aspettativa che facesse grandi numeri era sbagliata. E lo dico con rispetto, per un collega che ha scelto di ripartire e che ha fatto molto bene in Rai».
E lei? È rientrato in Rai, ora cosa si aspetta?
«Sono rientrato in punta di piedi, ripartendo con Milly (Carlucci: era “il coniglio” del Cantante Mascherato, ndr). Non voglio il posto fisso, ma fare quello che mi piace. Il pubblico ha richiesto Lo Spaesato, è stato un impegno importante: se riscuoterò anche un buon successo di critica, e se avrò voglia, andrò avanti».
Non ha un sogno nel cassetto?
«Non mi metto a fare proposte. Se domani dovesse spegnersi la tv per sempre, avrò sempre il palcoscenico. Il teatro è la mia forza. E non l’ho mai lasciato» .
Sarà soddisfatto se le persone usciranno dal teatro e...
«Avranno riso per un paio d’ore. E magari saranno uscite con un po’di consapevolezza in più. Spesso la gente vorrebbe dirsi tante cose, ma non ha il coraggio di farlo, per la paura di affrontarsi. Se il mio spettacolo dovesse aiutarli, allora sì: sarei soddisfatto».
Mammuccari, sta diventando buono?
«Sono un attore. Faccio quello che richiede il format».