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Tommaso Bisciari muore a 14 anni, choc a scuola: si accascia tradito dal cuore. Lo strazio dei genitori

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FANO Si è accasciato a terra, davanti al laboratorio di informatica, poco dopo essere entrato a scuola. È morto così, all’interno dell’istituto che aveva appena iniziato a frequentare, Tommaso Bisciari, 14 anni, un fisico fragile con il quale era abituato a lottare.

Il malore

La tragedia ha sconvolto ieri mattina gli studenti e i professori dell’istituto Olivetti di via Nolfi, impietriti e sotto choc. Tommaso frequentava il primo anno dell’indirizzo di “Gestione Ambientale risanamento acque” nella classe prima K e, come tutti i ragazzi che hanno superato l’esame di terza media, aveva appena iniziato a frequentare un nuovo ciclo di studi alle scuole superiori: un nuovo impegno per il futuro, una nuova avventura. 

Ma per Tommaso il futuro è stato troppo breve. Si è sentito male improvvisamente intorno alle 8,45: appena entrato si è diretto al bagno. Ne è uscito poco dopo e nel corridoio della scuola, all’altezza del laboratorio di informatica, ha perso i sensi e si è accasciato a terra. «Abbiamo sentito un tonfo – ha raccontato di uno studente che frequenta il terzo anno di informatica e che in quel momento si trovava nel vicino laboratorio – e siamo usciti a vedere che cosa fosse accaduto. Tommaso era a terra, con gli occhi vitrei e il viso immobile». Lo stesso ragazzo ha cercato di aprirgli la bocca per farlo respirare, al tempo stesso sono giunti l’insegnante di informatica, il professor Giorgini e il professor Matteo Lucarelli docente di educazione fisica che ha subito effettuato il massaggio cardiaco, una manovra che a tratti sembrava ottenere qualche risultato. Per il soccorso è stato utilizzato anche il defibrillatore in possesso della scuola, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. Subito allertato il 118.

L’arrivo dei genitori, l'ultima carezza in ambulanza

«L’ambulanza – hanno raccontato i testimoni – è arrivata nel giro di pochi minuti». Ancora manovre rianimatorie poi il ragazzino, steso sulla barella, è stato caricato in ambulanza. A scuola era già arrivata la mamma del 14enne, Laura Pierangeli, dipendente comunale dell’ufficio cultura che si trova a pochi passi da via Nolfi e anche il papà Luca Bisciari che lavora a Pesaro, ma ieri era rimasto a Fano perché Pesaro festeggiava il santo patrono: sono saliti a bordo dell’ambulanza insieme al loro ragazzino, il cui cuore prima di raggiungere l’ospedale Santa Croce, ha cessato di battere. Chissà se Tommaso ha percepito la loro ultima carezza. Il ragazzino soffriva di una patologia cardiaca congenita che si era manifestata fin dalla nascita e per questo era il lista per un trapianto.

Il silenzio e l'ultimo regalo della bidella

La tragedia ha annichilito studenti, docenti e tutto il personale scolastico. È stata la preside, Eleonora Maria Augello, a spezzare l’angoscioso silenzio piombato nell’istituto spiegando ai ragazzi cosa fosse successo. Nessuno ha avuto la forza di parlare, tutti chiusi in un comprensibile stato di profondo choc. Nel pomeriggio la dirigente, raggiunta al telefono, ancora scossa dal pianto ha mantenuto il silenzio. Tommaso aveva due fratelli, il maggiore è prossimo all’università, il minore di appena 10 anni. Una famiglia molto riservata e profondamente religiosa. I compagni descrivono Tommaso come un ragazzo gracile, soggetto a momenti di smarrimento. Il giorno prima la bidella dell’istituto gli aveva regalato 60 centesimi perché i soldi che aveva introdotto nella distributrice di merendine erano spariti. «Era pallido – ha detto – era un ragazzo dolce, ma si avvertiva che era molto fragile». Adesso rimane il suo banco vuoto, simbolo scarno e doloroso della sua insanabile assenza.

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