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Torna a Torino la più prestigiosa mostra di fotogiornalismo al mondo

2 giorni fa 3
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Sono stati ben 3.851 i fotografi, appartenenti alle migliori testate giornalistiche mondiali e provenienti da 130 Paesi del mondo, che hanno partecipato alla World Press Photo Exhibition 2024, inviando un totale di ben 61.062 fotografie. 

La selezione delle migliori ha richiesto addirittura due mesi di lavoro, condotto da ben 6 giurie regionali, che hanno scelto i vincitori delle altrettante aree geografiche del mondo da cui sono pervenute le fotografie: Africa, Asia, Europa, America del Nord e Centrale, America del Sud, Sudest Asiatico e Oceania.

Una giuria globale, presieduta da Fiona Shields, responsabile della fotografia al The Guardian, si è invece occupata di scremare ulteriormente i finalisti, decretando le 4 opere vincitrici assolute delle categorie in gara:

  • Singole
  • Storie
  • Progetti a lungo termine
  • Open format

Molto più di un concorso fotografico: in mostra la potenza delle emozioni

Ammirando le opere vincitrici ci si rende conto di come la mostra, nata nel 1955 da un gruppo di fotografi olandesi come concorso internazionale, sia diventata oggi ben più di un semplice concorso di fotogiornalismo e fotografia documentaristica.

Nel tempo, infatti, il World Press Photo Contest è cresciuto tanto da essere in grado di raccontare storie che travalicano i confini nazionali e che parlano di valori, tematiche ed emozioni universali, come la guerra, l’amore, la sofferenza, la famiglia… e, proprio per questo risuonano forti e potenti nelle scene che ritraggono.

La fotografia vincitrice del World Press Photo Exhibition 2024

La fotografia “Una donna palestinese stringe il corpo di sua nipote”, scattata da Mohammed Salem per l’agenzia Reuters il 17 ottobre 2023 nell’obitorio dell’ospedale Nasser, ha vinto nella categoria World Press Photo of the Year 2024.

Già ribattezzata “La pietà di Gaza”, l’immagine mostra Abu Maamar, 36 anni, mentre culla il corpo senza vita della nipote Saly, 5 anni, uccisa nella sua casa a Gaza da un missile israeliano.

A innalzarla sopra le altre fotografie in gara, secondo la giuria, “la capacità di trasmettere cura e rispetto” offrendo “uno sguardo metaforico e letterale su una perdita inimmaginabile”.

Lo stesso fotografo l’ha definita “un momento potente e triste che riassume il senso più ampio di ciò che stava accadendo nella Striscia di Gaza”.

Il dramma ucraino protagonista indiscusso della categoria Open Format

È ancora una volta la guerra la protagonista della fotografia vincitrice della World Press Photo Open Format Award, categoria dedicata all’interazione tra fotografia e altri linguaggi.

L’opera, intitolata “La guerra è intima”, scattata dalla fotografa ucraina Julia Kochetova è parte integrante di un sito web che unisce il fotogiornalismo con lo stile intimo e personale di un diario. L’unione di questi linguaggi le ha permesso di documentare, mostrando al mondo, la vita sotto assedio in Ucraina e il tentativo di elaborazione del trauma della guerra.

Famiglia e malattia le tematiche della Storia dell’Anno

Il premio World Press Photo Story of the Year è stato, invece, assegnato alla fotografa sudafricana Lee-Ann Olwage per il progetto “Valim-babena”, pubblicato dalla rivista Geo.

La serie di fotografie, ambientate in Madagascar, trattano il tema dell’accettazione del diverso e dell’assistenza, proponendo uno sguardo intimo e toccante sulla realtà della malattia e della cura familiare.

Le immagini, infatti, documentano la vita di Dada Paul, un uomo di 91 anni affetto da demenza da 11 anni, accudito dalla figlia Fara e dalla nipote Odliatemix. Il progetto che è al contempo un appello, denuncia come la condizione dell’uomo, sull’isola, non è ancora del tutto accettata e compresa.

Immigrazione in Messico: la storia dietro la fotografia di Alejandro Cegarra 

La quaterna dei vincitori si chiude con “I due muri”, un progetto documentaristico del venezuelano Alejandro Cegarra che trionfa nella categoria World Press Photo Long-Term Project, pubblicato dal New York Times e Bloomberg.

La tematica, in questo caso, sposta l’attenzione sul Messico, sul cambiamento delle politiche migratorie del Paese, diventate più restrittive dal 2019, e sulla resilienza delle comunità di migranti.

In mostra le immagini del mondo che ci circonda

Fotografie che sono potenti testimonianze dei nostri tempi, insomma, come conferma anche Fiona Shields, focalizzandosi sulla “deriva” virtuosa presa dal concorso.

“Immagini realizzate con rispetto e integrità e che possono parlare universalmente. Un’opportunità per apprezzare il lavoro dei giornalisti e dei fotografi documentaristi di tutto il mondo: hanno lavorato con coraggio, intelligenza e ingegnosità per amplificare l’importanza delle storie che raccontano, spesso in circostanze inimmaginabili.”

Parole confermate anche da Vito Cramarossa, direttore di Cime, exhibition partner della World Press Photo Foundation di Amsterdam.

“Scatti di straordinaria intensità, capaci di emozionare e stimolare una profonda riflessione su temi cruciali del nostro tempo. Un’occasione unica per approfondire e comprendere meglio ciò che accade nel mondo. Le fotografie esposte non sono solo immagini, ma finestre aperte su un presente complesso e in continua evoluzione.”

Torino e Palazzo Barolo: le giuste cornici per le migliori fotografie al mondo

Ed è sempre Cramarossa ad aggiungere poi un pensiero anche alla bellezza della cornice in cui queste fotografie sono state inserite, parlando del ruolo della città di Torino. Per l’ottavo anno consecutivo, infatti, la città si riconferma tra le 100città nel mondo a ospitare la mostra, e di Palazzo Barolo, che da due anni è la suggestiva location dell’evento.

L’invito, allora, è a non perdere questa occasione unica di scoprire il mondo che ci circonda, visto con gli occhi dei migliori fotografi al mondo e a recarsi a Palazzo Barolo, in via delle Orfane 7, da venerdì 13 settembre a domenica 24 novembre.

Ad accogliere i visitatori, i migliori 130 scatti in gara, nonché le quattro opere vincitrici.

Si rimanda al sito dell’evento per i dettagli su orari d’apertura e prezzi.

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