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Tragedia piazza San Carlo, la Cassazione rigetta il ricorso: l’ex sindaca Appendino: “Perché sono ritenuta l’unica responsabile?”

3 mesi fa 3
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Parla pubblicamente l'ex sindaca di Torino Chiara Appendino, sul processo riguardo ai fatti di piazza San Carlo che oggi, lunedì 17 giugno, è arrivato in Cassazione. E si pone sostanzialmente due domande, tramite un lungo post social: perché il Comune (e di conseguenza lei che all'epoca dei fatti era la Prima cittadina) sia ritenuto l'unico responsabile della tragedia (essendo tutti gli altri enti e le forze dell'ordine assolti) e come qualcuno potrà ancora desiderare di diventare un amministratore pubblico dopo questa sentenza. Lo ricordiamo, i giudici dopo otto ore di Camera di Consiglio hanno rigettato il ricorso della Appendino per la condanna a 18 mesi che le è stata inflitta. Per lei ora si apre un processo bis, sostanzialmente per la riformulazione della pena.

"Ancora oggi, a oltre 7 anni di distanza, porto con me il dolore e l’angoscia per quella maledetta notte in cui quattro rapinatori armati di spray urticante scatenarono il panico in piazza - scrive su Facebook Appendino-. Un gesto scellerato per il quale stanno scontando una pena di 10 anni per omicidio preterintenzionale. Da allora non ho mai smesso di rivolgere i miei pensieri alle persone coinvolte e alle loro famiglie e credo che il dolore che provo non potrà mai scomparire". Poi spiega perché solo oggi commenta l'iter giudiziario: "Per rispetto di chi quella sera ha perso la vita o è rimasto ferito, oltre che delle istituzioni che ho rappresentato e rappresento, mi sono sempre difesa nel processo e mai dal processo. E oggi accetto la decisione della Cassazione ma, nel contempo, non posso nascondervi un senso di amarezza".

Per l'Appendino, insomma, chi ha giudicato ha utilizzato due pesi e due misure: "Da questo processo emerge infatti che l’unico ente ritenuto responsabile per quegli incidenti è il Comune (e io in quanto Sindaca), mentre tutti gli altri soggetti istituzionali coinvolti a vario titolo nell’organizzazione e nella gestione della pubblica sicurezza, ovvero Questura e Prefettura, sono stati archiviati o assolti nei vari gradi di giudizio. 

È uno squilibrio che faccio fatica a comprendere ed accettare: il Comune e i Sindaci non possono continuare a essere il capro espiatorio di tutto, dalla pubblica sicurezza fino allo smog (per il quale, fra poche ore, dovrò affrontare un nuovo processo)".

Infine la riflessione sulle conseguenze nella società civile di questa sentenza: "La domanda che mi pongo è: chi, a fronte di questo precedente, sarà ancora disposto a mettersi a disposizione della sua comunità come primo cittadino? Ciò che auspico è che su questo punto si possa avviare una sana riflessione fra tutte le forze politiche e il governo. Ad oggi, gli innumerevoli moniti di Anci e l’appello sottoscritto da migliaia di sindaci di ogni colore politico sono rimasti inascoltati".

La tragedia di piazza San Carlo

La sera del 3 giugno 2017, durante la proiezione su maxischermo della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid in piazza San Carlo, un gruppo di giovanissimi rapinatori scatenò il putiferio usando bombolette di spray urticante. Ne scaturì un'ondata di panico generalizzato, che porto al ferimento di 1.672 persone, anche a causa del tappeto di bottiglie di vetro, introdotte illegalmente, che si era formato sulla piazza. Gli incidenti provocarono la morte di due donne, Erika Pioletti di Domodossola (Verbania) e Marisa Amato di Beinasco. I quattro banditi ritenuti responsabili di avere scatenato l'accaduto sono stati condannati a dieci anni ciascuno.

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